La Tiangong Space Station (TSS) cinese che presto orbiterà nello spazio attorno alla Terra sarà dotata di un potente braccio robotico lungo dieci metri e capace di sollevare oggetti dal peso di venti tonnellate. Lo strumento sarà adoperato per “afferrare” le navicelle in arrivo, in modo da accompagnarle nelle manovre di ancoraggio, tuttavia gli Stati Uniti temono che la potenza asiatica possa abusare dello strumento per applicazioni militari.
Il primo a lanciare l’allarme è stato James Dickinson, Comandante dello Space Command, il quale il mese scorso è andato a presentare al Congresso i suoi timori: la tecnologia “potrebbe essere usata in un futuro per carpire altri satelliti”. Potrebbe, insomma, intercettare le sonde statunitensi, il che non piace affatto all’esercito.
Più che il braccio della TSS a preoccupare il Comandante è piuttosto il fatto che simili sistemi potrebbero essere applicati a strutture più agili. Cosa che, in verità, già sta accadendo. Stando al South China Morning Post, diversi satelliti cinesi sono dotati di bracci con cui spostare l’immondizia spaziale perché si diriga verso terra, bruciando nell’atmosfera.
Proprio questi satelliti “spazzini” sono finiti al centro dell’attenzione della Centre for Strategic and International Studies, think tank di Washington, la quale accusa i cinesi di aver fatto compiere alle proprie strumentazioni delle “manovre insolite“.
Gli USA si stanno preparando a un braccio di ferro, rigorosamente robotico, per la conquista dello spazio, cosa che a sua volta si sta tramutando in un crescendo di toni allarmisti che le varie branche del Governo stanno adoperando per ottenere maggiori finanziamenti.
Da che il Presidente Joe Biden ha manifestato la preoccupazione che la Cina potesse surclassare lo strapotere degli Stati Uniti – “mangeranno il nostro pranzo” -, la narrazione adottata dalle singole parti si è poco sorprendentemente nuclearizzata sul “nemico” cinese. D’altro canto, la scelta deliberata della Cina di inserire esplicitamente il mondo militare in quello della ricerca e dell’industria si presta molto bene a simili letture.
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