Altri 60 satelliti della rete Starlink sono ora in orbita. In toto siamo a 180 satelliti attivati nel giro di un paio di settimane, se state tenendo il conto. Il lancio effettuato oggi da SpaceX, tuttavia, si fa notare anche per un piccolo traguardo importante: la decima riutilizzazione di un missile Falcon 9.
Una classica spedizione spaziale prevede che i propulsori utilizzati per il lancio vengano abbandonati e che, eventualmente, caracollino al suolo. Lo abbiamo visto in molteplici occasioni, anche recenti. Per Falcon 9 la cosa è diversa: il suo obiettivo è quello di atterrare “dolcemente” in modo che lo strumento possa essere riutilizzato.
Un risparmio di risorse notevole che, a questo giro, è riuscito per la prima volta a toccare l’obiettivo dei dieci lanci avvenuti con pieno successo. Il Falcon in questione è peraltro quello che è stato adoperato per il lancio della missione dimostrativa di Crew Dragon, la capsula spaziale a marchio SpaceX.
Proprio il fatto che i booster siano “riciclabili” sta offrendo all’azienda spaziale un vantaggio non indifferente nella creazione della propria rete satellitare. I missili vengono spediti in orbita a una rapidità disarmante e questo succede anche grazie ai costi relativamente contenuti dell’impresa, con il risultato che i cieli sono già densi delle strumentazioni dell’azienda guidata da Elon Musk.
Quella di oggi è stato il ventisettesimo lancio Starlink e altri due sono già previsti entro la fine del mese corrente.
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