Cosa succede unendo Uncharted, piazzamento lavoratori ed un pizzico di deck building? lo vedremo nella recensione de Le Rovine Perdute di Arnak, una delle novità più scoppiettanti dell’anno ed un gioco dalle potenzialità decisamente alte che non mancherà di appassionare gli amanti del genere piazzamento lavoratori strizzando l’occhio al tempo stesso ai meno germanofili con componenti di altissima qualità e di forte impatto sul tavolo. Venite assieme a noi nella giungle, è giunto il momento di esplorare la perduta Arnak!
In the jungle, the mighty jungle
Le Rovine Perdute di Arnak è un gioco di piazzamento lavoratori per 1-4 giocatori che ci vedrà vestire i panni di intrepidi emuli di Nathan Drake nel cercare di scovare tesori ed artefatti misteriosi nelle profondità della giungla che circonda il perduto tempio di Arnak.
Il tabellone di gioco è diviso in tre parti. La maggior parte del tabellone è occupato dai Siti, spazi azione dove potremo giocare i nostri esploratori per guadagnare le risorse su ognuno di essi. All’inizio saranno disponibili solo cinque di essi, mentre gli altri andranno sbloccati dai giocatori con l’andare della partita. La parte a destra è occupata dal tracciato della Ricerca, dove faremo avanzare i nostri segnalini ricerca per guadagnare punti e bonus, mentre in cima al tabellone troveremo il Market delle carte Oggetto e degli Artefatti, che andranno ad integrare il nostro mazzo iniziale aggiungendo un retrogusto di deck building a questo gioco.
Ogni turno, infatti, ogni giocatore dovrà pescare 5 carte dal suo mazzo ed utilizzarle per generare risorse. Le carte iniziali ci permettono di guadagnare Oro e Bussole, le due valute di base, ed inoltre potranno essere sfruttate per mandare in missione i nostri esploratori e guadagnare altre risorse come le Punte di Freccia, le Tavolette e le Gemme.
Una delle peculiarità di questo gioco è che, oltre a mescolare sapientemente la meccanica del deck building con quella del piazzamento lavoratori, la quantità di spazi azione disponibili varierà durante il gioco solo in conseguenza alle azioni dei giocatori. Si possono infatti sbloccare nuovi spazi azione scelti a caso pagando il costo in Bussole in base al loro livello di valore, mentre non è previsto che con l’andare del gioco si sblocchino autonomamente nuovi siti. Questi spazi azione saranno subito disponibili per chi se li sarà aggiudicati, ma al tempo stesso saranno disponibili per tutti gli altri nei turni successivi.
Inoltre, ogni sito esplorato in questa maniera verrà subito occupato da un Guardiano. I Guardiani sono antiche creature al limite del mitologico che daranno filo da torcere ai nostri esploratori. Sconfiggerli ci costerà risorse, ma al tempo stesso ci farà guadagnare preziosi Punti Vittoria.
Ogni round i giocatori si alterneranno nel compiere un’azione a testa, quando tutti avranno passato inizierà il round successivo. Alla fine del quinto round, il giocatore con il maggior numero di Punti Vittoria sarà decretato l’esploratore più abile e tornerà da Arnak con un ricco bottino.
Mostri e manufatti
Mescolare due generi diversi è uno degli espedienti più diffusi per creare grandi titoli, e questa recensione Le Rovine Perdute di Arnak non smentisce questo. Il flow del piazzamento lavoratori viene arricchito dalla presenza di carte che vadano a modificare drasticamente la strategia e la variabilità introdotta dai siti che appaiono randomicamente aggiunge un elemento di rigiocabilità assolutamente gradito.
Le diverse strategie attuabili sono molte: per vincere ci si può concentrare ad esplorare Arnak, comprare molti oggetti/artefatti che diano punti, sconfiggere Guardiani o, più probabilmente, un mix di tutte e tre queste cose che dovrà essere bilanciato in base alle mosse degli avversari. Esplorare nuovi Siti apre possibilità nuove e sempre interessanti, ma al tempo stesso rischia di lasciare il fianco scoperto per i nostri avversari e farci perdere terreno.
Se uniamo questo al sistema del deck building è facile capire che le possibilità strategiche si moltiplicano, anche alla luce del fatto che sono presenti due varianti di tabellone che differiscono in maniera importante tra di loro, portandoci a dover modificare non di poco la nostra strategia.
Ultima ciliegina su questa torta dal retrogusto avventuroso è una modalità solitario che funziona decisamente bene con la possibilità di regolarne la difficoltà in maniera granulare, sia attraverso la scelta del lato del tabellone da usare sia attraverso la scelta delle tessere che l’IA utilizzerà per metterci i bastoni fra le ruote. Unendo il tutto a materiali davvero di ottima fattura ne viene fuori un mix che sa di mistero ed esplorazione, un puzzle ben congeniato che ci farà scervellare nel cercare di ottimizzare al massimo le poche risorse a nostra disposizione.
Teschi di cristallo
Non basta tutta l’esplorazione del mondo, però, ad ignorare alcune pecche fondamentali e la recensione de Le Rovine Perdute di Arnak non può concludersi senza evidenziarne alcune pecche. Essendo un prodotto “imbastardito”, figlio di due meccaniche decisamente diverse tra loro, l’altra faccia della medaglia è che inevitabilmente si finisca per dover scontentare su alcuni aspetti gli amanti di uno o dell’altro genere.
Il difetto più evidente, per gli amanti del deck building, è che il mazzo verrà rimescolato solo quattro volte nella durata della partita. Con buona pace di chi ricerca l’efficienza a tutti i costi, il nostro mazzo sarà appesantito fin dall’inizio da carte Paura (carte inutili che valgono come punti negativi a fine partita, che guadagnerete ogni volta che dovrete ritirarvi da un guardiano senza averlo sconfitto) di cui dovremo sbarazzarci quanto prima. L’alternativa è ritrovarsi a non vedere molte carte che acquisteremo se non una volta in tutta la partita, lasciando un po’ di amaro in bocca.
Dalla parte del piazzamento lavoratori, invece, l’alea è l’elemento che potrebbe far storcere di più il naso ai puristi. I siti scoperti casualmente possono fornire le risorse giuste al momento giusto o darvi una mazzata sui piedi inutile nella vostra strategia, e non c’è nulla da fare per mitigare questo aspetto. Insieme all’alta variabilità delle carte presenti nel mercato, bisogna rassegnarsi al fatto che nella giungla tutto è imprevedibile e non si può mai sapere quali sorprese ci siano nascoste dietro l’angolo.
Le pecche nate dalla sua origine ibrida non riescono a scalfire la nostra opinione de Le Rovine Perdute di Arnak, che ci lascia soddisfatti del puzzle che propone e che con la sua variabilità promette molta longevità per questo titolo. Assolutamente consigliato a chi ama i film d'avventura ed i giochi di piazzamento lavoratori!
- Un mix interessante di piazzamento lavoratori e deckbuilding
- Materiali al top
- Ottima rigiocabilità
- Modalità in solitario appagante e varia
- Mescolate assieme entrambe le meccaniche ne perdono un po'
- In due giocatori