La città di Liverpool ha voluto fare un test scientifico: ha fatto accalcare 3.000 giovani privi di mascherina chirurgica a un rave pieno di musica e alcol, giusto per vedere come potrebbe procedere il contagio di Covid-19 in caso di riapertura dei locali.

Messa giù così sembra una cosa campata per aria, tuttavia il progetto ha solide basi empiriche e potrebbe offrirci un serio spaccato sul cosa ci si potrà aspettare per i festival e i concerti del prossimo futuro, magari di un estate che è meglio non sia anarchica come quella dell’anno scorso.

I soggetti del test, tutti quanti giovani tra i 18 e i 20 anni, erano caratterizzati da una negatività certificata al coronavirus cosa che, su carta, dovrebbe rendere l’evento assolutamente sicuro. Se staff e clienti sono tutti sani non è possibile alcun contagio, no?

I ricercatori vogliono capire proprio questo, ovvero sperano che l’esperimento possa aiutare a comprendere come l’assenza di distanziamento sociale e l’iperventilazione libera possano influenzare la diffusione della pandemia. Bisogna ora stabilire se e quanti tra i partecipanti al rave svilupperanno sintomi, prima di farsi un’idea se eventi di questo tipo possano essere nuovamente gestibili, con o senza mascherina.

Ovviamente la città di Liverpool non è stata che contenta di rivedere questa parentesi di vita notturna: stando alle parole del direttore della sanità pubblica della metropoli, Matt Ashton, i locali notturni rappresentano il 40 per cento della produzione economica locale, quindi è vitale riavviare gli eventi nel minor tempo possibile.

 

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