Nella notte, Facebook ha provveduto a bloccare in India tutti i post contenenti l’hashtag #ResignModi, hashtag con i quali parte del popolo internettiano chiede un cambio alla testa del Governo, Governo che molti dicono sia stato eccessivamente incompetente nell’affrontare il Coronavirus. Ore dopo la situazione si è normalizzata, quindi l’azienda ha tenuto a sottolineare che la mossa non sia stata causata da un’imposizione politica, bensì che il tutto sia nato da una svista.
Difficile crederlo. O meglio, difficile crederlo senza pensare che dietro non ci sia qualcosa che il social network non ha voluto chiarire con trasparenza. In passato, Facebook si è dimostrata notoriamente clemente nei confronti degli abusi e dell’hate speech perpetrati dal partito del Presidente Narendra Modi.
Solamente il mese scorso un testimone ha confessato come il social si sia dimostrato lassista nel bloccare la creazione di falsi account propagandistici, quando si è reso conto che questi fossero gestiti dal partito in questione. A questo va aggiunto che, grazie a nuove leggi, la moderazione dei contenuti sia praticamente in mano all’establishment, il quale ha già dato un giro di vite a ogni voce critica.
Probabile, dunque, che la sospensione di #ResignModi sia stato un effettivo errore da parte di Facebook, tuttavia viene facile pensare che l’errore a cui fa riferimento l’azienda sia riferito ai modi e alle tempistiche dell’accaduto, non di certo al contenuto.
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