Spende 24mila dollari (20.700€) sull’App Store, ma Apple gli banna a vita l’Apple ID senza fornire spiegazioni. Il caso finisce in tribunale.

Il protagonista di questa vicenda si chiama Matthew Price. È una storia che ribadisce per l’ennesima volta un concetto decisamente sinistro: non possediamo per davvero nulla di quello che acquistiamo sui principali marketplace digitali. Vale per Apple, ma anche per i videogiochi acquistati sugli store delle principali console e per i film noleggiati on-demand. Basta un click da parte dell’azienda e sparisce tutto. Senza alcuna forma di rimborso.

I termini e le condizioni dell’Apple ID specificano chiaramente che in caso di terminazione dell’account i contenuti acquistati diventino inaccessibili. La tesi dei legali di Matthew Price è che la clausola sia illegale. La speranza è che un tribunale obblighi Apple ha ripristinare l’accesso alle app e ai servizi acquistati, o quantomeno preveda un rimborso pari all’importo speso negli anni.

Price non avrebbe soltanto perso l’accesso ai prodotti già acquistati. Il querelante sostiene di aver caricato diverso credito non utilizzato sul suo profilo. Anche in questo caso non è previsto un rimborso.

Il documento presentato dalla parte attrice definisce la condotta di Apple “ingiusta, illegale e fraudolenta”, sostenendo che sia in violazione di diverse leggi a tutela dei consumatori dello Stato della California. La causa potrebbe diventare una class action: i legali stanno cercando altre persone che, proprio come Price, abbiano perso l’accesso alle app acquistate dopo la terminazione del loro account da parte di Apple.

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