Aoshima è un’isola situata nel mare interno di Seto, che fa parte della Prefettura di Ehime molto vicino all’isola dell’arcipelago giapponese di Shikoku. Per la grande colonia felina presente, il cui numero è circa dieci volte superiore a quello dei residenti, e che attrae visitatori e turisti, è conosciuta come Isola dei Gatti (猫の島 Neko no shima).
Non c’è nulla di più dolce, nulla che dia alla pelle una sensazione più delicata, più raffinata, più preziosa del pelo tiepido di un gatto.
Guy de Maupassant
Il Passato
Prima di divenire la capitale mondiale dell’impero dei gatti (LOL), l’isola Aoshima era un centro nevralgico del mercato del pesce (doppio LOL) che a metà del XX secolo ospitava circa novecento abitanti. In seguito, a causa dell’industrializzazione e della conseguente modernizzazione del settore, oltre al progressivo invecchiamento dei residenti, gli abitanti calano fino ad una decina di abitanti ultrasettantenni.
Alla fine delle Seconda Guerra Mondiale i gatti furono introdotti sull’isola per contenere una vera e propria invasione di ratti a bordo dei pescherecci.
Le condizioni di tranquillità del luogo e il minor controllo attuato dalla popolazione in calo, hanno consentito ai gatti di prosperare e riprodursi senza controllo. La crescita è continuata ed esplosa soprattutto dagli anni novanta del ventesimo secolo e oggi il numero di gatti presenti sull’isola è tenuto sotto controllo da un programma di sterilizzazione che avrebbe dovuto coinvolgere l’intera popolazione ma che nella pratica ha per ora interessato soltanto il 10% degli esemplari.
Il turismo di oggi
L’isola di Aoshima, non è l’unica isola dei gatti in Giappone. In realtà ce ne sono diverse, più o meno una dozzina, ma Aoshima spicca per fama e densità di popolazione felina, così come esistono altrettanto popolari e kawaii isole dei conigli. Ovviamente la fama di quest’isola ha attirato da tutto il mondo appassionati di gatti e soprattutto un certo turismo fotografico (dalla street photography alla travel photography, fino alla ritrattistica).
Gli abitanti dell’isola, la maggioranza dei quali pensionati, si dividono tra chi allontana i gatti e chi li nutre con spassionato amore.
Il mondo esterno irrompe nella tranquillità dell’isola due volte al giorno, con un battello che trasporta i turisti dalla terraferma. I gatti sopravvivono con il cibo che gli viene dato appunto dagli abitanti o portato dai turisti.
Attualmente i gatti sono la principale attrazione del luogo, che attira il classico turismo “mordi e fuggi”. Gli abitanti, vuoi per l’età e il perdurare della situazione, non sembrano più particolarmente felici di questo fenomeno, non essendo nemmeno attrezzati a ricevere molti visitatori.
Grazie ad internet e ai social, l’isola ha acquisito sempre più notorietà, prima in Giappone e poi nel resto del mondo, attirando sempre più curiosi e fotografi.
Che cosa fare per preservare al massimo la quiete dell’isola? Poche, ma importanti raccomandazioni: se si vuole visitare un posto di questo tipo si subito capire che non è votato all’accoglienza turistica: salutare discretamente, chinarsi gentilmente di fronte agl’isolani, cercare di recare il minore disturbo possibile e non invadere la privacy degli abitanti del luogo sono le basi per una visita ad Aoshima.
Ovunque si vada si è ospiti a casa d’altri, e in piccoli angoli di mondo come questi ancora di più ci si deve sforzare di non imporre la propria presenza, ma ringraziare per l’accoglienza, cercando di lasciare una buona impressione.