Una forbice compresa tra lo 0,16-0,18%, è questo il dato più importante comparso in un report senza precedenti – per approfondimento e trasparenza – sulle operazioni di moderazione di YouTube nel corso dell’ultimo trimestre del 2020.

Quella forbice in percentuale si riferisce alle visualizzazioni che sono andate a video con contenuti proibiti dalle policy su YouTube: video con contenuti illegali, raramente, ma più frequentemente con contenuti sgradevoli, come fake news o commenti xenofobi. YouTube le chiama VVR: Violative View Rate.

Significa che per ogni 10.000 visualizzazioni su YouTube, tra le 16 e 18 sono andate a video che poi – per un motivo o per un altro – sono stati bannati dal sito. La piattaforma da anni ha stilato un report con informazioni di questo tipo, ma fino a solamente pochi giorni fa, i dati venivano divulgati esclusivamente internamente. Ora YouTube ha scelto di rivelarli al grande pubblico. È una mossa che ha ricevuto l’approvazione della stampa specializzata e che potrebbe venire seguita anche da altri colossi del settore.

«La prevalenza [dei contenuti non consentiti] è una metrica estremamente importante per capire come funzionano le piattaforma e la moderazione dei contenuti», ha detto ad esempio Guy Rosen di Facebook. «Congratulazioni a YouTube per aver scelto di renderle pubbliche, è un passo estremamente importante per l’intera industria».

Solamente tre anni fa, le visualizzazioni dirette verso i contenuti non consentiti rappresentavano lo 0,63-0,72%. Il calo prova l’enorme lavoro fatto da YouTube sul fronte della moderazione e, in particolare, su quello dell’automazione della revisione dei contenuti.