Se avete mai fatto una partita a un qualche videogioco competitivo avete ben presente l’andazzo: molti giocatori intercalano brevi momenti di silenzio con un’infinità di volgarità e offese. Vere e proprie bombe di hate speech sparate con eccessiva leggerezza e a cui Intel vuole porre un freno. Come? Con un’intelligenza artificiale capace di intercettarle in tempo reale.
Verrebbe da pensare che sia uno sforzo inutile, che in effetti basterebbe mettere in muto tutti i giocatori tossici presenti in lobby, tuttavia bisogna prendere in considerazione una cosa: il software a cui sta lavorando la Big Tech, Bleep, non è pensato per il pubblico, ma per gli sviluppatori videoludici.
Unendo le forze con Spirit AI, azienda che ha già automatizzato la moderazione dei testi scritti, Intel pianifica di dare vita a un sistema altamente personalizzabile che potrà essere adoperato nei dietro le quinte dei match online.
L’interfaccia mostrata al pubblico, da considerarsi un prototipo, mette in evidenza una serie di slide altamente intuitive che gli sviluppatori potranno a piacimento alterare, così da garantire ai propri titoli una censura personalizzata che andrà a limare le amenità che verranno proferite nelle chat di gioco.
La curiosità è sinceramente molto alta, la perplessità pure. Anche ammesso che il prodotto sia pensato esclusivamente per i popoli anglofoni, l’addestrare una IA capace di decifrare in maniera competente tutte le cadenze e gli accenti del mondo è comunque un’impresa notevole. Istruirla anche a intercettare uno slang in costante evoluzione rende detta impresa addirittura titanica.
C’è dunque il problema delle vittime collaterali. Il progetto di Intel è infatti quello di offrire agli sviluppatori una macchina che riesca a imporre ai gamer dei kick e dei ban in via autonoma, ma cosa succederebbe se sfortunate assonanze andassero a creare disagio a utenti che magari non stanno affatto parlando inglese?
Dalle parole dell’azienda tech si direbbe che Bleep sia ai suoi primissimi passi, quindi non resta che attendere e sperare che lo sviluppo di questa IA non si dimostri un eclatante spreco d’energia.
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