La Competition and Markets Authority (CMA) britannica ha annunciato, non senza un pelo di acidità, di essere riuscita a ottenere da parte di Facebook un impegno concreto nella lotta allo scambio di fake-review. Nel gennaio 2020, il social si era infatti detto pronto a intervenire, tuttavia aveva rimosso dal suo portale meno di 200 gruppi, ora, sollecitata dal Governo UK, ne ha abbattuti più di 16.000.

La CMA, poco impressionata dai risultati del primo assalto ai truffatori, ha infatti continuato le sue indagini, scoprendo che le pagine in cui si vendevano o scambiavano fake-review fossero ancora estremamente presenti sia su Facebook che su Instagram.

A dire dell’azienda, questo lungo periodo di ignavia sarebbe da ricollegare alla pandemia di Covid-19, la quale avrebbe forzato il social a rivedere la distribuzione delle risorse economiche disponibili. Con la gente costretta in casa, i fondi sarebbero infatti stati travasati in grande quantità verso i servizi essenziali, quali quelli scolastici, mentre tutto il resto sarebbe scivolato irrimediabilmente in secondo piano.

Che si tratti di una motivazione sincera o di un mero pretesto formale, resta il fatto che ora la Big Tech sembra sia riuscita a intervenire sui suoi sistemi in modo che “identifichino, rimuovano e prevengano sulla piattaforma lo scambio di recensioni fasulle e/o ingannevoli, così da garantire l’attualizzazione degli impegni precedentemente presi”. Almeno stando a quanto afferma la CMA.

 

 

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