Pennyworth 2, intervista al cast: “È bello creare il passato di personaggi che tutti amano”

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Dal 28 febbraio è disponibile su Starz Play (che si può vedere anche su Amazon Prime Video)  Pennyworth 2, serie creata da Bruno Heller che racconta la giovinezza di Alfred Pennyworth, fedele maggiordomo (e figura paterna acquisita) di Bruce Wayne, ovvero Batman.

 

 

Ogni domenica un nuovo episodio viene caricato sulla piattaforma di streaming (il finale è programmato per il 2 maggio) e si torna nella Londra degli anni ’60. Sì perché la maggior parte di noi quando pensa ad Alfred immagina un uomo anziano, elegantissimo e molto serio, invece in Pennyworth 2 scopriamo che ha un passato da spia. Di più: ha combattuto contro un’organizzazione di terroristi chiamata Raven Society, intenzionata a rovesciare il governo inglese, insieme a due agenti americani, ovvero Thomas e Martha Wayne (interpretati da Ben Aldridge ed Emma Paetz), i futuri genitori di Bruce, appartenenti alla No Name League.

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Jack Bannon ha l’accento cockney e l’aplomb di Alfred, mentre la cantante Paloma Faith è la terribile Bet Sykes, sadico membro della Raven Society. Abbiamo incontrato tutto il cast e il produttore Danny Cannon (con cui Bruno Heller ha già realizzato Gotham, serie sul giovane commissario Gordon) via Zoom.

 

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Pennyworth 2: una serie imprevedibile

Anche chi pensa di conoscere tutto dell’universo DC può scoprire cose nuove grazie a Pennyworth. Ne è convinto il protagonista Jack Bannon:

Viviamo la serie come il pubblico: leggiamo le sceneggiature episodio dopo episodio. Bruno Heller è un uomo brillante, ma è anche subdolo. Me lo immagino seduto nel suo studio mentre fuma la sua sigaretta elettronica e si diverte come un matto a scrivere in una nuova di vapore. Non ci sono regole in questo mondo, quindi deve essere molto divertente per lui. Sicuramente lo è per noi: sa bene che riesce a fare in modo che non ci si aspetta mai cosa sta per accadere.

La serie è una lettera d’amore nostalgia a Londra: ci sono degli elementi familiari, ma il bello di questa storia è che non ci sono regole, quindi possiamo fare cambiamenti, usare musiche contemporanee.

 

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Paloma Faith è d’accordo, anche se abbiamo scoperto che prova a dare dei suggerimenti a Heller, che puntualmente non vengono mai presi in considerazione:

A volte do dei suggerimenti a Bruno, ma lui pensa che sono troppo cupa e sinistra: ogni volta mi dice che è contento che io non sia una sceneggiatrice, perché tutto ciò che propongo sarebbe censurato immediatamente. Gli chiedo sempre di scrivere per me qualcosa più inquietante e horror.

Per l’attrice e cantante Pennyworth è una lettura originale e interessante non soltanto dei personaggi dei fumetti DC, ma anche della società contemporanea:

Non mi piace molto il termine “finzione”: sono convinta che tutte le storie abbiano un’origine nel mondo reale, che siano uno specchio dei tempi in cui sono scritte. Quando guardo la serie per me ci sono chiari riferimenti al clima politico attuale. Ci sono anche dei parallelismi, perché sfortunatamente la storia si ripete sempre. L’umanità non è abbastanza intelligente per smettere di ripetere sempre gli stessi errori. Dietro alla parola finzione si può nascondere brillantemente una critica al mondo contemporaneo. Per me questa serie è molto importante.

 

Batman, Adam West, Alan Moore

Pennyworth e il mito intramontabile di Batman

Quando si tratta di Batman il pubblico si scalda particolarmente: è uno degli eroi più amati in assoluto. Ecco perché interpretare Thomas Wayne da giovane non è stato facile per Ben Aldrige:

Le persone conoscono e amano questi personaggi, sono importanti nella lore della DC, ma si conoscevano pochi dettagli su di loro. È un privilegio interpretare un personaggio di cui tutti conoscono il nome ma di cui non si sono visti spesso fatti concreti. È bello riempire quei vuoti.

Credo che il mito di Batman sia così forte perché è un umano straordinario, non è un umano con i superpoteri. Credo che ci si possa identificare in lui. Anche in Pennyworth è così: questi personaggi hanno conflitti interiori, sentimenti che li rendono reali. È una caratteristica dei personaggi DC: tutto si concentra su cosa significa per loro avere quel potere. E poi diciamolo: Barman è cool! È il più cool di tutti: ha i gadget più belli e un grande conflitto interiore.

 

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Emma Paetz, che ha il ruolo di Martha Wayne (sì, quella famosa Martha), ha riflettuto molto sul personaggio:

Batman è un vigilante e ci costringe a pensare a quanta responsabilità ognuno di noi abbia nel contribuire al bene comune, nel migliorare la società. Anche per Martha e Thomas arriva questa domanda: quando decidi di prendere questa responsabilità nelle tue mani e di stabilire il modo con cui correggere la società, di punire chi sbaglia, devi capire se hai l’autorità morale per farlo. Il bene superiore è qualcosa di cui parlano sia la No Name League che la Raven Society, che sono agli antipodi. È un’idea quasi fascista dire che per fare il bene bisogna rompere alcune uova o che il fine giustifica i mezzi. Bisogna domandarsi davvero che cosa significhi il bene superiore. Questo è un interrogativo importante, anche in questa seconda stagione.

 

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Pennyworth e come i supereroi hanno cambiato l’industria dell’intrattenimento

I titoli sui supereroi ormai si moltiplicano esponenzialmente sia al cinema che in tv. Ha ragione Martin Scorsese? I cinecomics hanno cambiato per sempre l’industria? Secondo il produttore Danny Cannon:

Non credo sia colpa dei supereroi il cambiamento dell’industria cinematografica. È tutta una questione di budget: i film di supereroi ormai costano sui 200 milioni di dollari, l’ultimo Avengers è costato 240 milioni di dollari e ne ha incassati 1 miliardo. Hanno incassato miliardi facendo questi film, quindi c’è un ritorno importante. Ma, come hanno detto Steven Spielberg e Martin Scorsese, se un titolo non incassa adeguatamente si può distruggere un intero studio di produzione con un solo film. In un certo senso l’intera industria cinematografica è diventata un supereroe e i supereroi sono volubili: se un eroe muore o cade, penso che l’intera industria ne soffrirebbe tantissimo. Ecco perché diversi autori stanno cercando di trasformare i film di supereroi in prodotti più da adulti, perché anche il pubblico più adulto ha bisogno di film. È bello che non siano solo film per bambini, ma che parlino a un pubblico molto più vasto.

 

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Per Bruno Heller invece:

Nel momento in cui scrivi una storia in cui deve essere credibile che un uomo sappia volare, l’asticella si alza: le aspettative del pubblico sono diventate più alte e allo stesso tempo il suo livello di attenzione è sempre più basso. Tutti si impegnano per stupire il pubblico sempre di più e quindi è diventato più difficile fare un film più piccolo. E allo stesso modo una serie tv più piccola: Game of Thrones ha alzato l’asticella per la televisione. Per quanto una serie possa essere buona e scritta bene adesso non potrà avere lo stesso livello di effetti speciali, spettacolarità, nudità, violenza, draghi. Adesso le decisioni sono più legate al budget che alla creatività. Gotham è costata un quarto di The Crown. Io non sceglierei i soldi però, perché se vediamo le 10 migliori serie tv realizzate mi vengono sicuramente in mente I Soprano, Breaking Bad, The Wire. Serie che hanno alzato incredibilmente il livello, ma non per gli effetti speciali. La loro forza è che sono basate sui personaggi.

 

Pennyworth 2 è disponibile su Starz Play dal 28 febbraio

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