Voleva punire la sua ex ragazza e per farlo ha pensato di assoldare un sicario sul Dark Web, la parte nascosta di internet a cui si accede con il browser Tor. La polizia italiana lo scopre e fa scattare l’arresto con l’accusa di atti persecutori aggravati, prima che possa succedere il peggio.

L’operazione è stata resa possibile dalla preziosa collaborazione dell’Interpol, tant’è che la prima segnalazione è arrivata dalle forze dell’ordine di un non precisato ‘Paese europeo’.

Le forze dell’ordine straniere avrebbero intercettato, nel corso di un’indagine separata, la conversazione tra un utente italiano e un intermediario, che sosteneva di poterlo mettere in contatto con un sicario in grado di realizzare le sue fantasie di vendetta sulla ex compagna — ossia sfregiarla con l’acido e costringerla alla carrozzina. Non sappiamo se lo stesso intermediario fosse un agente sotto copertura — non sarebbe la prima volta —, sta di fatto che la conversazione —a cui è seguita una transazione in Bitcoin— ha fatto partire una segnalazione alla Polizia Postale e delle Comunicazioni. Poi l’arresto ad opera della Squadra Mobile e della Polizia Postale di Roma.

L’arrestato è un cittadino lombardo di 40 anni incensurato. Il Fatto Quotidiano riporta che si occupava di informatica per una grande azienda, inoltre si tratta del primo caso di un grave delitto di violenza organizzato con queste modalità – ossia sul web – che viene fermato dalle forze dell’ordine italiane.

Pochi anni fa il New York Times aveva condotto una minuziosa indagine sul fantomatico mercato dei sicari del Dark Web. Il verdetto del quotidiano è netto: non c’è nessun mercato di mercenari, i principali siti che millantano di offrire servizi del genere sono o elaborate truffe o prese in giro. Peraltro in passato – dopo aver preso i soldi – gli stessi gestori di questi portati hanno segnalato i loro aspiranti clienti alle forze dell’ordine. Fosse andata così anche questa volta, non ci stupirebbe affatto.

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