Nel 2011, lo studio polacco 11Bit Studio aveva presentato al mondo il videogioco This War of Mine, uno spaccato di brutale sopravvivenza nella immaginaria città di Pogoren ispirato dai fatti della sanguinosa guerra civile in Bosnia.
Quella di cui parleremo oggi è la trasposizione in gioco da tavolo di questo videogame, e la nostra recensione di This War of Mine cercherà di rispondere alla domanda fondamentale che nasce dal provare questo gioco da tavolo: si può giocare in maniera “seria”, facendosi coinvolgere da un gioco in scatola come ci faremmo coinvolgere da un film o un videogame?
No innocent bystanders
This War of Mine è un gioco collaborativo di sopravvivenza ed esplorazione per 1-4 giocatori, che dovranno calarsi nei panni di un gruppo di civili intrappolati in una fittizia città dei Balcani nel mezzo di un assedio durante una guerra civile.
Ogni partita a This War of Mine sarà divisa in più sessioni, durante le quali dovremo seguire uno schema ben preciso (segnato sul Diario, che funge sia da manuale che da promemoria) che scandirà il passare delle diverse giornate. Partendo dal Mattino, riveleremo delle carte evento che andranno ad influenzare l’andamento della nostra giornata con svolte inaspettate sia positive che negative.
Durante la successiva fase Azioni Diurne potremo far svolgere ai personaggi diversi compiti all’interno del rifugio, siano essi sgomberare stanze dalle macerie (liberando spazio e facendoci guadagnare risorse), utilizzare gli strumenti a disposizione o costruirne di nuovi. Il numero di azioni disponibile per ogni personaggio varia in base ai suoi livelli di Stato, che sono malus che il personaggio subirà nel corso della campagna. Non mangiare lo renderà Affamato, ferirsi in uno scontro lo renderà Ferito e così via, limitando il suo potenziale.
Durante la fase Crepuscolo i nostri sopravvissuti dovranno cibarsi ed idratarsi, o subiranno status negativi, mentre la parte più rilevante del gioco si svolge durante la fase Sera.
Col favore delle tenebre, infatti, potremo mandare i nostri sopravvissuti in esplorazione alla ricerca di un po’ di provviste. Scegliendo uno dei luoghi disponibili potremo equipaggiare i prodi coraggiosi che dovranno inerpicarsi tra vicoletti e muri di cinta, evitando cecchini e mandarli in un viaggio che utilizzerà a pieno il Libro delle Storie. Come un librogame, questo strumento ci permetterà di inoltrarci nel freddo mondo di This War of Mine, facendoci prendere decisioni e bivi che influenzeranno in maniera decisiva e permanente l’andamento della partita.
Mentre i nostri personaggi saranno in giro a raccogliere le provviste, malintenzionati proveranno a rubare quello che abbiamo con tanta fatica raccolto. Durante il Raid Notturno dovremo pescare una carta che ci dirà quanto e cosa ci verrà rubato, con la sola possibilità di evitare questa tragedia lasciando qualcuno di guardia (col rischio però che quel personaggio ci rimetta la vita).
Durante la fase Alba, infine, porteremo a casa gli esploratori, potremo assegnare bende e medicine ai malati e pescheremo una carta fato che cambierà gli equilibri sul tabellone.
Dovremo continuare fino a quando non avremo risolto tutte le carte Obiettivo, uscendo quindi vincenti da questo incubo, oppure fino a quando l’ultimo dei nostri personaggi iniziali sarà morto, cosa che comporterà il game over.
La fredda notte di Pogoren
La controparte videoludica di This War of Mine è stata per me un viaggio emotivamente impegnativo e decisamente unico, uno spaccato di una realtà a cui non vogliamo pensare e che spesso ignoriamo del tutto. Non è un caso che in Polonia il videogame sia stato inserito tra le letture consigliate per gli studenti dal ministero dell’istruzione, tanta è l’importanza pedagogica che ha.
La mia curiosità nell’affrontare questa trasposizione in forma di boardgame era proprio se un gioco da tavolo fosse in grado di dare quella reazione emotiva così forte che il videogioco mi aveva dato. Infatti, il gioco da tavolo è un prodotto per definizione senza effetti speciali, colonna sonora o tutti gli elementi in grado di coinvolgere il giocatore utilizzati nel cinema e nei videogame ed essendo uno spazio condiviso con altre persone è più complesso calarcisi dentro come con un libro. È possibile divertirsi ma al tempo stesso essere coinvolti così tanto?
La risposta è “Sì, ma”
Chiunque provi This War of Mine vi dirà che questo gioco da tavolo prima che un gioco è un’esperienza. Le meccaniche sono solide, non fraintendetemi, e come gioco di sopravvivenza potrebbe benissimo funzionare senza un tema così crudo dietro (anche se con delle riserve di cui parleremo dopo). Quello che però lo eleva a chicca che merita davvero di essere provata è proprio l’atmosfera sapientemente plasmata con l’uso del Libro delle Storie.
Dal punto di vista dell’esperienza, vi troverete davanti un viaggio da incubo in un mondo fatto di scelte difficili, dove la moralità è una scala di grigi e dove la differenza tra giusto e sbagliato spesso e volentieri la fanno la fame e la disperazione. Essendo poi un’ambientazione molto realistica, certe decisioni sono molto emotivamente coinvolgenti: diverso è decidere di sterminare un villaggio di orchi rispetto al rubare ad una povera coppia di anziani le ultime provviste che gli rimangono.
Per quanto riguarda la parte più prettamente ludica, This War of Mine è dannatamente difficile. La sopravvivenza del vostro gruppo sarà costantemente messa a repentaglio da mille insidie, siano esse il freddo, la fame, le ferite o le malattie. Basta un proiettile vagante ed un colpo di sfortuna coi dadi per ritrovarsi con un personaggio in meno e di conseguenza trovarsi in una spirale negativa dove le azioni non bastano mai e di conseguenza gli status si accumulano. Questo è un gioco molto difficile da battere e solo l’esperienza vi impedirà di fare la fine dell’agnello a Pasqua nel giro di pochi giorni.
Senza esclusione di colpi
Se la difficoltà può essere vista come un pregio, con la consapevolezza che vincere una partita di This War of Mine significa aver giocato molto bene, dall’altra crea una barriera d’ingresso notevole. La mia prima partita, ad esempio, è finita disastrosamente perchè non era chiaro l’importanza del produrre assi di legno per ridurre il freddo, che ha decimato la mia piccola comunità poco dopo.
Quando dico “non era chiaro” non intendo dire che il gioco è strettamente difficile da imparare. Il susseguirsi delle giornate scorre in maniera abbastanza naturale dopo un po’… posto che si sia riusciti a capire le regole.
Non esiste infatti un regolamento scritto e redatto in un formato ben leggibile, portando agli estremi il concetto di “si impara mentre si gioca”. L’unico sprazzo di regolamento che si ha è il Diario, che dice espressamente di iniziare a giocare senza aver letto altro perchè “imparerai tutto il resto mentre giochi”. Gli approfondimenti su come dovrebbe funzionare una partita a This War of Mine vengono demandati a specifici sottocapitoletti del Libro delle Storie, una soluzione molto scomoda e francamente poco comprensibile. Recuperare una regola letta tempo prima diventa un’impresa e trovo che questa mancanza di chiarezza sia il più grosso tallone d’Achille di questo gioco.
Altro difetto è il numero di giocatori supportato. This War of Mine, da buon adattamento di un videogame single player, è un gioco che funziona meglio in solitario. La soluzione che viene proposta in più giocatori è l’avere a turno il ruolo di giocatore dominante. In pratica, un giocatore potrà interagire con i materiali di gioco e prendere tutte le decisioni (in accordo col gruppo) mentre gli altri dovranno astenersi dal farlo. E dato che questo ruolo non passa in maniera programmata di giorno in giorno ma cambia di mano in maniera randomica, può essere che un giocatore sia il protagonista per molto tempo mentre quello dopo di lui lo sia solo per meno di un minuto
L’equipaggiamento fa la differenza
This War of Mine è uno di quei giochi che vede, nel setup e nella gestione dei token, una possibile fonte di rallentamento del gioco. Questo aspetto può essere ampiamente mitigato dal setupper in legno che vedete in foto, che però non è incluso nella confezione ma è invece un prodotto di un’azienda 100% italiana, ovvero Dicetroyers.
Questi ragazzi brianzoli hanno notato come in alcuni giochi il setup ed il teardown siano una noia non da poco che riduce il tempo a disposizione per giocare; inoltre la disorganizzazione del materiale all’interno della scatola porta a perdere tempo ed interrompere il flow di gioco.
Le loro soluzioni pronte da montare vi offrono la possibilità di tagliare di molto i tempi morti e di sistemare più comodamente il materiale nella scatola. Nel caso di This War of Mine, per esempio, salvare tra una partita e l’altra diventa molto più semplice poichè vengono creati degli spazi appositi dove posizionare i token rimossi; il setupper è inoltre compatibile con le espansioni permettendo di tenere in un’unica scatola tutto il necessario per giocare. Altri titoli beneficiano ancora di più di questo trattamento con inserti che passano dall’essere un’aggiunta interessante ad un acquisto obbligato (sto parlando con te, Gloomhaven), basta avere la pazienza di montarli ed abbondante colla vinilica!
This War of Mine offre una esperienza dura e coinvolgente, che soddisferà sia chi è alla ricerca di un gioco emotivamente forte sia chi vuole un gioco che non tenga assolutamente per mano il giocatore. Un regolamento poco chiaro ed una esperienza che diventa meno godibile al crescere del numero di giocatori non intaccano uno dei giochi più emotivamente coinvolgenti che vi troverete a provare. Da non perdere se cercate una sfida di sopravvivenza impegnativa e soddisfacente.
- Una esperienza coinvolgente come poche nel mondo dei boardgame
- Meccaniche di survival solide, con imprevisti sempre dietro l'angolo
- Un gioco difficile, per chi cerca una sfida impegnativa
- Molto meglio come solitario o in 2 giocatori
- Regolamento confusionario e male organizzato