L’International Thermonuclear Experimental Reactor (ITER) promette di rivoluzionare il modo in cui l’energia nucleare viene prodotta, offrendo un format con cui costruire centrali nucleari che potrebbero produrre 10/40 volte più energia di quella consumata per tenere attive la singole strutture. Ebbene, questo miracolo scientifico è in via di costruzione e quest’estate il reattore affronterà i primi test.
L’idea del progetto è quella di indurre gli atomi a una fusione controllata, un procedimento complesso e minuzioso che, su carta, produce più energia della tradizionale fissione, riducendo inoltre molti dei problemi ambientali causati dalle attuali strutture.
I test di quest’estate, tuttavia, non riguarderanno direttamente il reattore ITER, bensì un modulo affine, il Joint European Torus (JET). La vita di JET è nata precedentemente alla progettazione della sua controparte più famosa, tuttavia la sua funzione è stata alterata in corso d’opera perché diventasse, di fatto, il suo apripista.
Bisogna quindi sottolineare che ITER sia ancora lungi dall’essere operativo e che i test previsti non siano altro che un primo passo verso un’apertura sperimentale della struttura, prevista nel 2025. A quel punto la centrale eseguirà un periodo di prova lungo dieci anni in cui opererà attraverso reazioni di idrogeno a bassa potenza.
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