Dal 23 febbraio, grazie all’accordo con Star, il film Titanic è disponibile su Disney+. Anche gli ultimi passaggi televisivi hanno rinnovato l’interesse verso il lungometraggio di James Cameron, che ha lanciato Kate Winslet e Leonardo DiCaprio. Perciò vogliamo chiederci: perché oltre venti anni dopo la sua uscita Titanic emoziona ancora?

Proprio negli ultimi giorni Sigourney Weaver ha elogiato Aliens: Scontro finale, il film della saga sullo xenomorfo realizzato da Cameron. Secondo l’attrice si tratta del miglior lungometraggio su Alien, e questo perché l’arco narrativo del personaggio di Ripley è il migliore tra tutti quelli degli altri film. La Weaver ha dichiarato che Cameron ha un grande senso della narrazione, ed in Titanic questa cosa è più che evidente.

“Salti tu, salto io..”

“Salti tu, salto io..” è la frase che si ripetono più volte Rose e Jack, il loro sentimento nasce da un momento tragico: la giovane interpretata da Kate Winslet è oppressa da un ambiente aristocratico che non le appartiene, e da un matrimonio che non desidera.

Arrivata sul Titanic il senso di disperazione di Rose si amplifica, ed una sera decide di provare a gettarsi dalla nave, ma a impedirlo ci sarà Jack. “Ormai ci sono dentro..” dice il giovane replicando ad una Rose che continua a insistere sul fatto di lasciarla al suo destino.

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Ed è proprio la parabola di vita di questi due personaggi che crea un arco narrativo perfetto, e con diversi livelli di lettura: Jack arriva sul Titanic ritornando da un viaggio in Francia come artista di strada, sta vivendo una vita alla ricerca di una collocazione, ma assaggiando tutto ciò che gli viene offerto dalla quotidianità.

Jack scoppia di voglia di vivere, mentre Rose è legata da un destino che sembra pronto ad inabissarla.

La madre della ragazza, Ruth, utilizza la figlia come strumento per uscire dalla crisi economica in cui si trova la famiglia. Il matrimonio di Rose con il facoltoso Cal Hockley è essenziale per mantenere l’alto tenore di vita, e la posizione sociale a cui le due sono sempre state abituate.

Ma Rose è ben diversa: ama l’arte, legge Freud, e desidera qualcosa di più che una semplice posizione sociale. Rose arriva sul Titanic pronta ad inabissarsi. Negli Stati Uniti verrà celebrato il fidanzamento ufficiale con Cal, che per la ragazza significa la fine della libertà e della possibilità di scegliere.

L’incontro tra Jack e Rose rappresenta uno scambio di destini.

Jack è disposto a morire per Rose (e così sarà), mentre Rose promette a Jack (proprio poco prima che il ragazzo muoia nella celebre scena dopo l’affondamento del Titanic) di sopravvivere, e di vivere una vita lunga e avventurosa.

Lo scambio di destini tra Jack e Rose: questo è il valore del loro sentimento e l’elemento più profondo della storia dei due protagonisti di Titanic, che colpisce ancora con forza anche 20 anni dopo.

Titanic come Spoon River: tra malinconia e storie di vita

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Ma oltre a Jack e Rose il film Titanic (così come la vicenda reale del transatlantico) è un racconto di tante vite che, per un motivo o per un altro, si sono ritrovate a compiere quel viaggio ad aprile del 1912, che li avrebbe portati dall’Europa agli Stati Uniti.

Andando ad analizzare alcuni dei protagonisti del lungometraggio troviamo Ruth DeWitt Bukater, la madre di Rose (interpretata da Frances Fisher), una donna incapace di empatizzare con la figlia, e disposta unicamente a mantenere il suo status sociale. Per Ruth ciò che conta è apparire all’altezza dell’ambiente in cui è sempre stata abituata a vivere, e la sua paura più grande è quella di “diventare una cucitrice”.

Cal Hockley, interpretato da un grande Billy Zane, è un giovane imprenditore aristocratico, abituato ad ottenere tutto ciò desidera, ma incapace di legare sentimentalmente a sé Rose. Cal utilizza ancora una volta un oggetto, il preziosissimo cuore dell’Oceano, per conquistare la sua fidanzata; ed anche nel momento più tragico, durante l’affondamento del Titanic, Cal cerca di corrompere un ufficiale, per salire su una scialuppa, con soldi che, ormai, non valgono più nulla in quella condizione.

E poi ancora c’è Margaret “Molly” Brown, interpretata dalla popolare Kathy Bates, uno dei tanti personaggi realmente esistiti nella vicenda del Titanic, e che, a dispetto degli altri aristocratici della prima classe, sa relazionarsi col mondo reale, dimostrando umanità sia prima che dopo l’affondamento del Titanic.

Ed i personaggi fittizi e reali che vivono un arco narrativo sensato ed in grado di trasmettere un messaggio sono tanti.

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James Cameron ha voluto costruire una sorta di Antologia di Spoon River transatlantica: perché la vicenda del Titanic è il racconto di tante storie di vita, e di un viaggio non solo fisico, ma anche mentale e spirituale.

Il Titanic è l’occasione per attraversare l’Oceano Atlantico con l’obiettivo di ricominciare la propria vita, per proseguirla, o cambiarla. Il viaggio è ancora una volta l’occasione per mutare qualcosa, fuori e dentro sé stessi.

E la vicenda del Titanic, anche a livello storico, rappresenta un cambiamento importante: la fine della Bell’époque. L’era positivista, antecedente alla prima guerra mondiale, ricca di scoperte scientifiche e di fiducia nell’uomo, inizia ad infrangersi con l’affondamento di quella che era considerata “la nave perfetta”, portata al limite delle sue possibilità, e che, come Icaro, ha cercato di andare oltre i propri limiti, finendo per collassare.

Le storie d’amore impossibili di James Cameron

James Cameron ha, invece, utilizzato la tecnologia e la sua passione per la tecnica scientifica per riprendere in fondo all’Oceano ciò che restava del Titanic, e da qui trarne una storia capace di ridare vita a quel transatlantico così grande e sfortunato.

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Perché il film campione d’incassi del 1997 (Titanic oltre 20 anni fa divenne il lungometraggio con più guadagni di sempre al box office), capace di conquistare quasi tutto alla cerimonia degli Oscar del 1998, è il trionfo della tecnica, ma anche del sentimento. Per realizzare le scene dell’affondamento della nave, la 20th Century Fox realizzò una cisterna capace di contenere ben 76 milioni di litri d’acqua. Il modo in cui Cameron ha ripreso e mostrato al pubblico l’affondamento del Titanic resta tutt’oggi un prodigio di tecnica cinematografica.

Ma, a differenza di molti registi che esasperano la capacità tecnica a discapito della forza narrativa del racconto, James Cameron in Titanic è stato in grado di conciliare entrambe le cose, raccontando ancora una volta la storia di un amore impossibile.

Così come nel suo Terminator (dove Sarah Connor vive una storia d’amore con l’uomo del futuro Kyle Reese), e così come in Avatar (dove l’umano Jake Sully si unisce all’abitante di Pandora Neytiri), anche in Titanic il regista James Cameron racconta la storia di un amore impossibile.

Si tratta di storie tra personaggi provenienti da mondi distanti, ma che travalicano tutto, a tal punto che la ricerca di un bene materiale o di uno scopo preciso da parte dei protagonisti (il cristallo ferroso presente su Pandora in Avatar, la salvezza dell’umanità da parte di Kyle Reese in Terminator) viene superata dalla conquista di un sentimento, che si rivela essere la scoperta più grande.

Titanic uscì oltre 20 anni fa, nel 1997, e conquistò il mondo, così come la realizzazione del transatlantico nel 1912 fece con la società dei primi del Novecento. Solo che il viaggio di questo film, a differenza della sfortunata nave, sta proseguendo nei decenni, attraversando generazioni, raccontando storie di vita, purezza di sentimenti, salvezza. Il tutto unito da una prodigiosa tecnica cinematografica capace di mostrare al pubblico cosa vissero i viaggiatori sul transatlantico.

Ma Cameron, nonostante sia un maestro della tecnica, ha saputo mettere l’arte di narrare una bella (anche nella sua tragicità) e profonda storia sopra ogni cosa.

Ed è per questo che il Titanic a distanza di oltre 20 anni dalla sua uscita al cinema, ed oltre cento anni dopo l’affondamento del transatlantico, continua a viaggiare attraverso gli schermi, e attraverso i battiti d’emozione dei nostri cuori, rendendo memoria a chi ha veramente vissuto quel terribile evento (in cui persero la vita 1500 persone), ed a chi lo ha fatto idealmente vivere a tutti noi.