Alcuni hacker hanno colpito la Molson Coors, azienda operatrice nel settore della birra meglio nota per le Keystone, le Coors Light e le Blue Moon. Non è chiaro quali sedi siano state afflitte dall’attacco, tuttavia vale la pena ricordare che la ditta possa vantare sette birrifici distribuiti sul territorio statunitense, dieci in Europa e tre in Canada.

L’infiltrazione ha generato danni che non sono stati quantificati dall’azienda, tuttavia è stato reso noto che l’operazione abbia causato un contraccolpo tale da causare ritardi, se non addirittura l’interruzione, nell’intero business. In altre parole, sta influendo sulle operazioni di fermentazione, produzione e spedizione della birra.

Molson Coors ha subito un’interruzione dei sistemi che è stata causata da un incidente alla cybersicurezza. Abbiamo contattato un’azienda forense specializzata nell’IT per assisterci nell’investigazione sull’incidente e stiamo lavorando a tempo pieno per far ripartire i nostri sistemi nel minor tempo possibile,

ha riferito un portavoce dell’azienda.

Molson Coors non ha neppure voluto rendere pubbliche le modalità o le motivazioni dell’attacco hacker, ma è facile che i cybercriminali abbiano deciso di prendere in ostaggio la produzione di birra per chiedere un lauto riscatto che, evidentemente, non è stato elargito.

La testata Gizmondo ipotizza anche che il contrattempo possa essere stato causato indirettamente attraverso una delle disastrose infiltrazioni digitali subite dai clienti di Microsoft Exchange e SolarWinds, sebbene i due casi sembrino più che altro legati allo spionaggio politico internazionale.

 

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