Volenti o nolenti, Electronic Arts (EA) fa ancora oggi un sacco di soldi coi loot boxes di FIFA. La modalità di gioco Ultimate Team spinge infatti molte persone a investire a oltranza, il tutto nella speranza di incappare nei giocatori élite che tutti vorrebbero avere. L’azienda videoludica non è tuttavia l’unica a lucrare da questa ricerca spasmodica, alcuni suoi dipendenti si sarebbero infatti messi in proprio, organizzando una distribuzione abusiva dei calciatori più desiderati.

Il caso, come spesso capita, è emerso sui social e ha ottenuto in poco tempo trazione con l’hashtag #EAGATE. Sarebbe potuta sembrare una semplice bufala, se non fosse che la stessa EA ha infine deciso di muoversi attivamente, avviando un’investigazione che dovrà far luce su accuse che, evidentemente, sembrano vantare solide fondamenta.

Stando alle testimonianze, alcuni individui avrebbero contattato utenti privati per vendere loro le Prime Icon Moment di FIFA, ovviamente al di fuori dei canali di EA. A questo punto ci piacerebbe riportare che un simile mercato abusivo sia stato imbastito con intenti di resistenza nei confronti di un business model dalla dubbia etica, ma gli scopi speculativi sono qui drammaticamente palesi.

Il prezzo base offerto dai “pusher” è 1.000 euro per due “moment”, quindi si va a salire a 1.400 per tre e 1.700 per tre moment e due “TOTY”.

 

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