Recensioni false, così un’associazione ha messo nel sacco alcune aziende disoneste

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Which? è nuovamente andato a caccia di finte recensioni. L’associazione dei consumatori ha organizzato una complessa operazione sotto copertura per scovare e mettere alla berlina le aziende e i professionisti che hanno scelto di falsare i loro feedback su Google, comprando pacchetti di recensioni da 5 stelle.

Il Regno Unito sta prendendo sempre più seriamente la questione ed è anche merito dei precedenti report di Which?. Oggi, segnalano i ricercatori dell’associazione, circa un britannico su due si rivolge a Google per controllare la reputazione delle aziende. Il business delle finte recensioni avrebbe quindi il reale potere di falsare il mercato ed ingannare i consumatori. Per questa ragione, scrive la BBC, l’antritrust britannico ha iniziato ad indagare il fenomeno verso la fine del 2020 e ci si aspetta che vengano presi dei seri provvedimenti nell’immediato futuro.

L’associazione, spacciandosi per un’azienda in cerca di migliorare la sua reputazione, è riuscita a contattare un servizio specializzato nella creazione di recensioni finte. Il pacchetto è stato pagato poco più di 100£ e ha dato ai ricercatori la possibilità di istruire i finti recensioni su cosa scrivere, parola per parola.

Le finte recensioni, tutte da 5 stelle, sono iniziate ad apparire nel corso della settimana successiva, un po’ alla volta. Ma il bello inizia ora. Which? in questo modo ha avuto accesso ad una lista degli account falsi usati dal servizio per scrivere le recensioni. Partendo da qui, non c’è voluto molto per risalire ad altre aziende – questa volta reali ed operative – che si sono rivolte allo stesso servizio dei recensori su commissione in passato.

Which? ha così creato una piccola mappa con circa 45 attività che hanno falsato in parte o completamente il feedback dei clienti, incluse diverse piccole botteghe e molti professionisti (tra cui dentisti e consulenti di vario tipo). Tra i clienti del servizio beccati dalla ricerca c’era anche un broker che, avendo ricevuto diverse pessime recensioni a metà del 2020, ha ben pensato di rifarsi la reputazione acquistando un pacchetto da 30 recensioni a 5 stelle.

Il lavoro dell’associazione non è fine a se stesso. I ricercatori sono convinti che queste recensioni abbiano un impatto sul mondo vero, con conseguenze potenzialmente molto rischiose. Certo, spesso chi si rivolge a questi servizi è semplicemente interessato a costruirsi una reputazione online in poco tempo, in modo da aumentare il giro d’affari, ma esistono anche diverse attività losche – se non proprio criminali – che, grazie alle finte recensioni, sono così in grado di truffare i consumatori, completamente ignari della reale affidabilità del servizio a cui si stanno rivolgendo.

Nel Regno Unito questo fenomeno è già finito nel mirino delle autorità, ma altri Paesi non sono così fortunati e il business delle finte recensioni continua ad espandersi indisturbato.

 

 

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