Che nel 2020 la European Medicines Agency (EMA) sia stata vittima di attacchi hacker è assodato, tuttavia scoprire chi vi sia dietro non è cosa immediata, soprattutto se si tiene conto delle possibili conseguenze medico-politiche di una simile indagine. Asserendo di aver avuto accesso a “fonti vicine all’inchiesta”, il giornale olandese De Volkskrant lacera però il velo del dubbio, puntando il dito contro l’Intelligence russa e contro alcune spie al soldo della Cina.

 

Stando alle pagine del quotidiano, il primo dei cyberattacchi ai vaccini sarebbe avvenuto nei primi mesi del 2020 per mano degli informatici cinesi, i quali sarebbero penetrati nei sistemi dell’EMA passando attraverso i server di una non meglio specificata università tedesca.

I Russi, in un secondo momento, si sarebbero infiltrati negli archivi attraverso una falla nel sistema di log-in dell’agenzia UE, riuscendo così a sorvolare i sistemi di cybersicurezza.

Nessuno vuole smentire o confermare lo scoop della testata, con i ministri esteri di Cina e Russia che non si sono resi disponibili alle domande dei vari organi di stampa. Un feedback lo ha invece fornito l’agenzia europea del farmaco, seppur questo si tratti di una risposta puramente formale.

Le indagini criminali portate avanti dalle autorità di polizia e altre entità è ancora in corso e l’EMA sta pienamente collaborando,

ha lapidariamente riportato Monika Benstetter, portavoce dell’EMA.

I bersagli dei cyberattacchi in questione non si legherebbero tanto ai dettagli puramente farmacologici – i quali sono in mano alle aziende farmaceutiche -, quanto alle modalità di smistamento dei vaccini sul territorio europeo.

Nello specifico, i dati trafugati avrebbero reso note la destinazione e la quantità di dosi dei medicinali Pfizer/BioNTech, dati che avrebbero potuto poi consentire alle due potenze di organizzare una “diplomazia dei vaccini” efficiente e mordace.

Sempre ammesso che le indiscrezioni siano fondate. Bisogna infatti ricordare che Cina e Russia abbiano sempre detto di non avere nulla  che fare con i vari attacchi hacker subiti dai centri medici.

 

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