Mummificazione: ritrovato il manuale dell’arte dell’imbalsamazione

Mummificazione

La mummificazione presso gli antichi egizi ora non è più un mistero, è stato ritrovato il manuale con i passi cruciali per la pratica dell’imbalsamazione.

All’interno di un antico testo è stato scoperto l’originale manuale che spiega come eseguire una mummificazione esplicitando i passaggi cruciali necessari all’imbalsamazione e realizzare una mummia. Prima di scoprire questo nuovo testo gli esperti avevano solo due testi originali su cui studiare l’arte della mummificazione.

Fino ad ora con le varie scoperte gli studiosi erano riusciti a carpire molte informazioni di come poteva essere realizzata la mummificazione ai tempi degli egizi. La scoperta dell’antico manoscritto però permette di svelare molti misteri su questa pratica tanto avanzata quanto sorprendente.

La guida è stata trovata su un pezzo di papiro di 3.500 anni: manoscritto Papyrus Louvre-Carlsberg.

Il nome deriva dal fatto che metà di esso con le informazioni mediche si trova al Museo del Louvre a Parigi e l’altra metà fa parte della Collezione Papyrus Carlsberg dell’Università di Copenaghen in Danimarca.

Il processo di mummificazione era considerata una pratica sacra nell’antico Egitto dove pochi specialisti erano istruiti sulle modalità di imbalsamazione e la conoscenza di solito veniva trasmessa verbalmente.

Per nostra fortuna qualcosa di scritto è stato tramandato. Quello che hanno ritrovato tra le pagine di questo documento è una sorta di promemoria con l’elenco dei passaggi fondamentali con alcuni dettagli, come le ricette di unguenti e l’uso di vari tipi di bende, destinato quindi ad un pubblico esperto.

Molte descrizioni delle tecniche di imbalsamazione che troviamo in questo papiro sono state tralasciate dai due manuali successivi, e le descrizioni sono estremamente dettagliate

ha affermato l’egittologa Sofie Schiødt, dell’Università di Copenaghen.

Questo manoscritto espone anche il programma completo di 70 giorni per l’imbalsamazione: un periodo di essiccazione di 35 giorni e un periodo di avvolgimento di 35 giorni suddivisi ognuno in intervalli di quattro giorni.

Non potevano mancare trattamenti con l’applicazione di unguenti con una miscela chiamata natron dopo la rimozione degli organi e del cervello.

Il papiro diventa anche una fonte che permetterà di studiare le malattie e la salute nell’antico Egitto, anche quei disturbi che si pensava attribuibili a qualche punizione divina, e come potevano essere trattati.

 

La ricerca non è stata pubblicata su una rivista peer-reviewed ma è la base della tesi di dottorato scritta da Schiødt.

 

 

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