A quanto pare anche l’esercito britannico si è inventato delle simulazioni di combattimento da portate avanti in realtà virtuale.
L’idea di base è d’altronde incredibilmente invitante: le esercitazioni digitali fanno risparmiare un sacco di tempo e soldi, limitando non poco i costi accessori del trasporto e dell’allestimento delle truppe. Bastano uno sviluppatore semi-competente e una ventina di Oculus Rift, quindi è tutto pronto per iniziare.
Stando allo scorcio offerto dalla giornalista della BBC Zoe Kleinman, l’esperienza è infatti estremamente affine a quella di un comune videogioco, con la semplice differenza che le componenti simulative sono valorizzate al massimo (ma d’altronde esistono video game quali Arma e Operation Flashpoint, quindi non è una discriminante).
La gamification del mondo militare è evidente e Tom Constable, responsabile tech del progetto, non si fa problemi ad ammettere che di fatto l’esercito stia adoperando degli asset comprati sul marketplace e rimaneggiati alla bene e meglio perché rispondano alle necessità specifiche.
Tutto merito dell’Unreal Engine – che la giornalista non manca di ricollegare immediatamente a Fortnite – e alla sua sempre apprezzata versatilità. Grazie alle prodezze del motore grafico, il programmatore riesce a organizzare le esercitazioni in appena poche ore, offrendo terreni di combattimento che possono variare fluidamente in tempi da record.
Non è ovviamente la prima volta che un esercito si converte al virtuale, tuttavia non sempre le simulazioni vengono adoperate con intenti belligeranti. Le VR hanno infatti una lunga storia nel trattamento dei disturbi post-traumatici, ove la loro presenza permette ai pazienti di rivivere in un ambiente controllato gli attimi che hanno causato le loro cicatrici psicologiche.
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