Elon Musk l’ha fatto di nuovo. I suoi tweet sui Dogecoin non sono piaciuti per niente alla SEC, l’autorità incaricata di vigilare sulla borsa statunitense.

Elon Musk è nuovamente finito sotto indagine della SEC. L’autorità indagherà sull’impatto dei suoi tweet sull’andamento dei Dogecoin. Era soltanto il 2018 quando l’autorità aveva messo nel mirino alcuni tweet – a metà tra l’ironico e il serio, e quindi estremamente ambigui – dove Musk aveva menzionato la possibilità di delisting dal NASDAQ di Tesla, riacquistando le azioni a 420$. Una bravata che all’epoca gli costò carissima.

Questa volta non c’entrano né Tesla, né SpaceX. L’indagine nasce dai continui tweet di Elon Musk sui Dogecoin, la criptovaluta nata per scherzo che nel corso del 2021 ha aumentato il suo valore di oltre l’800%. A differenza di molte altre criptovalute, i dogecoin non sono caratterizzati dalla scarsità: non esiste un tetto massimo al numero di valuta che può essere immessa sul mercato. Per questo si ritiene che sia improbabile che il valore dell’asset possa mantenersi alto nel tempo. È più probabile il contrario.

La SEC vuole vederci chiaro. Nel corso dell’indagine, l’autorità cercherà di capire quale sia stato l’impatto dei tweet di Elon Musk sul prezzo dei Dogecoin e se l’imprenditore abbia tentato di influenzare il prezzo della valuta per interesse personale.