La NASA è indietro la tabella di marcia: se vuole arrivare su Marte con dei razzi nucleari deve investire molto di più nella ricerca.

A rivelarlo è un report commissionato dall’agenzia spaziale stessa alla National Academies, report che di fatto da una tirata d’orecchi alla NASA e le sottolinea che deve darsi da fare. Anche tanto.

Gli autori non sono per niente convinti che si possa rispettare la deadline del 2039, data in cui il Governo statunitense vorrebbe spedire l’uomo su Marte. Sicuramente non succederà mantenendo il corrente passo, passo che comunque sembra portato avanti di buona lena.

La tecnologia di propulsione nucleare spaziale mostra un grande potenziale per facilitare l’esplorazione umana di Marte, tuttavia è necessaria una significativa accelerazione nel ritmo di sviluppo di una simile tecnologia, se la NASA e suoi partner desiderano completare questa missione entro la timeline che hanno segnalato,

ha riferito Bobby Braun, direttore di scienze planetarie al Jet Propulsion Laboratory e co-direttore della commissione che ha vergato il report.

L’ex-presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, aveva smosso parecchio le branche governative legate all’esplorazione spaziale. Tra i vari interventi che aveva portato avanti nel settore c’è anche la Space Policy Directive-6, la quale era esplicitamente mirata a chiedere alla NASA e ai suoi partner di velocizzare la ricerca riguardante ai sistemi di propulsione a razzi nucleari.

Con il cambio di guardia alla Casa Bianca, tutto è divenuto incerto. Bisogna altresì riconoscere che molte delle politiche di Joe Biden stanno garantendo la continuità con quanto definito dal predecessore, soprattutto se di mezzo ci sono i testa-a-testa con i Governi avversari.re

 

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