L’Unione Europea frena gli entusiasmi e sottolinea come i veicoli a guida autonoma richiedano una rivoluzione delle abitudini stradali.
C’è un interesse crescente nei confronti di automobili controllate da piloti automatici, sia nel pubblico che nelle aziende dell’automotive. I vari brand sostengono di essere sempre più vicini a ottenere risultati determinanti, ma l’Agenzia dell’Unione Europea per la cybersicurezza (Enisa) da a intendere che a non essere pronti siano pedoni, automobilisti e urbanistiche cittadine.
Lo comunica nel rapporto sui rischi legati all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (AI) nei veicoli a guida autonoma pubblicato oggi, citando un’ampia gamma di potenziali pericoli che non necessariamente le industrie del settore hanno preso in considerazione.
Oltre alle situazioni più ovvie ed estreme, ovvero l’hackeraggio e i malfunzionamenti, il report sottolinea come le intelligenze artificiali potrebbero avere problemi a leggere la segnaletica parzialmente che viene parzialmente oscurata da adesivi o subire le conseguenze di eventuali manipolazioni del manto stradale. Tipo uno stop disegnato vandalisticamente in mezzo a un incrocio.
Quando un mezzo insicuro a guida autonoma attraversa i confini di uno stato membro dell’Ue porta con sé tutti i suoi rischi. La sicurezza non dovrebbe essere un pensiero collaterale, ma dovrebbe essere il prerequisito per un utilizzo credibile ed affidabile di questi prodotti nelle strade europee,
ha sottolineato Juhan Lepassaar direttore dell’Enisa.
L’indagine propone tutta una lista di suggerimenti che le aziende coinvolte nella progettazione di veicoli a guida autonoma dovrebbero prendere a cuore, tuttavia ben sappiamo che questo genere di cose tenda a assumere evoluzioni diverse.
Negli anni Venti, al momento di introdurre le automobili sul Mercato, i magnanti del settore si sono dovuti confrontare con problemi simili, più nello specifico dovevano dimostrare che i loro mezzi non fossero pericolosi, nonostante continuassero a investire le persone.
Il risultato? Con un poderoso colpo di lobby, il settore dell’automotive ha reso illegale il camminare in mezzo alla strada e ha dato il via una prepotente propaganda atta a scaricare la colpa sui pedoni, descrivendoli come incauti e incoscienti.
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