Tesla scommette 1.5 miliardi sui Bitcoin, ma la priorità non era l’ambiente? Tutti i dubbi di The Verge sul matrimonio tra Tesla e criptovalute.

Tesla ha annunciato di aver investito 1.5 miliardi di dollari in bitcoin, aprendo le porte alla possibilità di accettare la valuta digitale come metodo di pagamento in futuro. La notizia ha avuto un forte impatto sulle quotazioni del Bitcoin ed ha creato un forte entusiasmo all’interno della community di appassionati.

Il fatto che un brand come Tesla abbia deciso di puntare sulla criptovaluta ha suscitato anche degli importanti interrogativi. “Siamo sicuri che non sia in contrasto con la missione di Tesla?”, si è chiesto, ad esempio, Justine Calma su The Verge.

«Quando i prezzi si alzano, il mining di bitcoin aumenta significativamente. Il mining ha un costo ambientale piuttosto proibitivo in termini di emissioni», scrive la giornalista. «Con il suo sostegno ai bitcoin, Tesla sta accelerando l’ascesa di una criptovaluta che consuma energia in modo insostenibile o, quantomeno, inefficace».

La missione di Tesla è quella di produrre auto elettriche non tanto perché siano affascinanti o offrano prestazioni ragguardevoli, ma perché è una scommessa che sul lungo periodo porterà ad una riduzione significativa delle emissioni nocive. Puntare sui Bitcoin – che per design richiedono un immenso consumo energetico per funzionare – mette a rischio questo obiettivo.

Se i Bitcoin fossero una nazione si posizionerebbero al 30esimo posto per consumo energetico. Consumano più energia dell’intera popolazione argentina.

In passato -ad ogni modo- sono state fatte molte previsioni sui consumi energetici dei bitcoin. Ad esempio una vecchia ricerca aveva sostenuto che entro il 2020 il mining della criptovaluta avrebbe consumato più risorse energetiche di ogni altra attività umana. «Sebbene il 2020 abbia avuto molti problemi, i bitcon non sono stati fra questi», conclude The Verge.