In Cina bisogna avere il permesso scritto dai genitori, per portare i telefonini a scuola. E comunque vanno consegnati subito al docente.
Il Ministero dell’Educazione cinese ha deciso di giocare duro, per combattere “le dipendenze da internet e dai videogiochi”, nonché per promuovere una maggiore attenzione in classe: bandire gli smartphone in tutte le scuole primarie e secondarie.
La direttiva è stata annunciata lunedì ed ha effetto immediato. Tra le altre, impone agli insegnanti di non assegnare esercitazioni o compiti che prevedano la necessità di navigare sulla Rete attraverso apparecchi telefonici, pratica che stava progressivamente prendendo piede proprio perché dimostratasi utile a coinvolgere gli studenti.
La Cina, d’altronde, sembra che possa vantare un discreto supporto pubblico, per quanto riguarda il sequestro dei telefonini: un sondaggio promosso su Weibo – l’omologo locale di Twitter – ha riportato che il 54 per cento dei partecipanti sostenga che gli studenti non abbiano alcun motivo per portare il proprio smartphone a scuola.
Cosa fare se qualcuno dovesse chiamare con urgenza a casa, allora? Nessun problema, la Repubblica Popolare Cinese si sta riorganizzando per installare nuovi telefoni a gettone in ogni istituto urbano.
Per comprendere la portata di questa nuova legge, basti sapere che nel 2019 si sono registrati 175 milioni di utenti internet minorenni, di cui il 74 per cento dotato del proprio dispositivo mobile, smartphone o tablet che sia.
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