Una ricerca statunitense ha identificato come Amazon stia promuovendo la vendita di libri che cavalcano la disinformazione sui vaccini.

Uno studente dottorando, Prerna Juneja, e un assistente professore, Tanu Mitra, della UW Information School hanno riscontrato che l’azienda di e-shopping abbia la propensione a consigliare tomi che offrono opinioni scientificamente errate sui vaccini.

I due ricercatori hanno creato dei bot capaci di simulare persone dagli interessi e dalle abitudini altamente divergenti, quindi li hanno spinti a cercare 48 termini che potessero legarsi ai temi riguardanti le vaccinazioni, termini quali “immunizzazione” e “vaccino e autismo”.

L’indagine è proseguita per 22 giorni e ha rilevato come l’algoritmo di Amazon promuova prodotti pregni di disinformazione ben più di frequente di quelli che invece la combattono. I libri che si basano sulle fake news sono inoltre in cima alla selezione delle categorie, quando si scelgono i filtri “media recensioni clienti” o “prezzo: crescente”.

Non solo, se l’utente clicca o mette nel carrello un prodotto che promuove disinformazione è la fine: da quel momento in poi il sito continua a bombardare oggetti omologhi, incastrando il potenziale cliente in un inesorabile circolo vizioso.

I due ricercatori hanno presentato i risultati della loro indagine al CHI, la più importante conferenza annuale sulle interazioni umano-computer, proponendo soluzioni più o meno ovvie sul come risolvere una simile insidia.

Volendo intervenire in maniera definitiva e orientata al lungo periodo, gli scienziati suggeriscono una modifica profonda dell’algoritmo e delle policy di Amazon, tuttavia, su un piano maggiormente verosimile, menzionano anche l’alternativa di legare a ogni prodotto dai dubbi contenuti dei link informativi con cui suggerire fonti che hanno il supporto del consenso scientifico.

 

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