L’Università di New York, attraverso uno studio, avrebbe trovato un materiale in grado di ripararsi da solo, perfetto per i pannelli fotovoltaici.
La sostanza si chiama Triselenide di Antimonio (Sb2Se3) e, oltre ad essere in grado di assorbire la luce solare (diventando quindi un materiale valido per la costruzione di pannelli fotovoltaici), è capace anche di autoripararsi, diventando ideale per ridurre costi e migliorare la scalabilità del prodotto.
Lo studio proviene dall’Università di New York, coordinato dal professor Keith McKenna del dipartimento di fisica, che ha aggiunto:
Il processo attraverso il quale questo materiale semiconduttore si auto ripara è simile a ciò che succede quando la salamandra fa ricrescere un arto reciso. Il Triselenide di Antimonio ripara legami rotti formandone di nuovi.
Questa abilità è rara da scovare nel mondo dei materiali così come nel regno animale e ha importanti implicazioni per quanto riguarda l’optoelettronica e la fotochimica.
Il documento prosegue poi spiegando per bene come nella maggior parte dei materiali la rottura di legami nel semiconduttore porti a performance scadenti. Il Triselenide di Antimonio, e il materiale più vicino ad esso, ovvero il Trisolfuro di Antimonio, sono in grado di riparare velocemente legami rotti attraverso una ricostruzione strutturale così da risolvere il problema in poco tempo. Il professor McKenna poi prosegue:
Semiconduttori con legami covalenti come il Triselenide di Antimonio trovano ampia applicazione in elettronica, fotochimica, impianti fotovoltaici e optoelettronica, come per esempio i pannelli fotovoltaici, componenti per illuminazione e schermi.
Ovviamente questi studi ora dovranno essere approfonditi per capire se davvero questo materiale potrà sostituire quello che viene utilizzato adesso, ovvero il silicio. In caso l’esito fosse positivo, il Triselenide di Antimonio potrebbe ridurre i costi di produzione oltre che permettere una durata vitale maggiore del pannello stesso.