Huwaei ha un piano per sopravvivere alle sanzioni degli Stati Uniti d’America. Il discorso pronunciato dal CEO a giugno (ma pubblicato solo ora): “a rischio il nostro ruolo di brand globale».

Così Huawei sopravvivrà alle sanzioni degli Stati Uniti d’America. Un discorso dato dal CEO Ren Zhengfei a giugno del 2020 è stato reso pubblico dall’azienda e dal South China Morning Post in queste ore: «Dovremo riiniziare da capo, come un bambino delle elementari».

Il piano di Huawei poggia su quattro punti cardine: decentralizzare le operazioni, semplificare le linee di produzione, dare massima priorità ai profitti e mantenere i salari invariati per minimo tre anni, se non cinque. Misure straordinarie, che sono state rese obbligatorie dalle politiche della Casa Bianca e dei suoi alleati.

Zhengei sceglie la linea della massima trasparenza. Non ci sono giri di parole o ambiguità nel suo discorso: «L’entity list ha complicato il piano di Huawei per diventare un brand globale», ha detto, per poi aggiungere che «esiste un importante discrepanza tra le nostre possibilità effettive e la nostra strategia».

Non c’è futuro senza abbracciare la globalizzazione

Ren ha anche annunciato che diversi dipendenti avrebbero, volontariamente, accettato di farsi ridurre il salario per aiutare l’azienda durante il periodo di crisi.

Spostare il focus sui profitti, continua il CEO, significherà anche ridurre l’ossessione per essere ‘i N.1 a tutti i costi’. Questo implicherà una maggiore valorizzazione delle fasce intermedie di mercato. «Dobbiamo creare valore e profitti ragionevoli, se vogliamo assicurare all’azienda una crescita salutare».

Un importante tassello della strategia, poi, vedrà una maggiore delega di poteri agli uffici regionali e intermedi di Huawei. «In campo di battaglia, devono comandare le persone in grado di sentire gli spari», ha detto usando un’analogia militare. Insomma, meno dirigismo dagli uffici centrali, per garantire a tutti i dipartimenti di Huawei una maggiore flessibilità e capacità di adattamento.