Arriva oggi su Disney+ un film d’animazione che, per quanto ci riguarda, è stato fin troppo sottovalutato: Il Libro della Vita. Uscito in sala nel 2014 e prodotto da Guillermo Del Toro, la pellicola diretta da Jorge R. Gutierrez, non ha avuto molto successo. Perché? Ce lo domandiamo anche noi! Per questo motivo abbiamo deciso di rispolverare questo gioiello e darvi una serie di buoni motivi per recuperarlo assolutamente.
A volte esistono dei piccoli grandi gioielli d’animazione che vengono riscoperti grazie a una messa in onda tv, a una nuova edizione celebrativa di un qualche anniversario in home video o, come in tempi più recenti, grazie all’arrivo in catalogo su qualche piattaforma.
È così che Il Libro della Vita (in originale The Book of Life) arriva il 22 gennaio su Disney+ , grazie all’accordo Disney/20th Century oramai in atto, e ci è sembrata l’occasione più adatta per andare a riscoprire questa perla dell’animazione prodotta da Guillermo Del Toro – forse incompresa e sottovalutata – del 2014.
Perché recuperare Il Libro della Vita su Disney Plus?
È un film sulla vita pur parlando della morte
Chiunque può morire ma questi ragazzi, loro avranno il coraggio di vivere.
Diretto da Jorge R. Gutierrez, il film si ispira alla storia personale del regista, che realizzato il film insieme alla moglie Sandra, attraverso i ricordi della loro famiglia. Tutto parte dalla celebrazione del Día de Muertos della tradizione messicana, lo stesso che ha ispirato qualche anno più tardi Coco della Pixar. Se Coco si presentava da trailer e prime immagini come una versione disneyana proprio de Il Libro della Vita ma poi alla visione si era rivelato ben altro, a rivedere The Book of Life si nota come sia una pellicola di una delicatezza e purezza rare perfino nell’animazione.
Il Giorno dei Morti (in spagnolo appunto Día de Muertos) è una celebrazione di origine precolombiana che si basa sul ricordo dei propri cari estinti; si tiene tra il 28 ottobre e il 2 novembre (in mezzo ci sono Halloween e Ognissanti), in concomitanza con la celebrazione cattolica dei defunti.
I propri cari si ricordano per tipo di morte ed età: per esempio il 28 ottobre alcune comunità celebrano i morti per incidente e suicidio, con apposizione di fiori e candele sul luogo dove la morte è avvenuta; il 31 ottobre si usa rendere omaggio ai bambini, la cui anima si ritiene ascenda direttamente in cielo; i primi due giorni di novembre sono invece dedicati agli altri scomparsi.
La festa è una grande celebrazione con musica, bevande e cibi tradizionali dai colori vivi
La festa è una grande celebrazione con musica, bevande e cibi tradizionali dai colori vivi, combinati a numerose rappresentazioni caricaturali della morte. Per 24 ore si dice che le anime dei propri cari viaggino da noi sulla Terra, attraverso un ponte fatto di soli petali, per farci sentire che ci sono ancora vicini, finché conserveremo il loro prezioso ricordo.
L’artigianato digitale dell’animazione
Potevamo creare letteralmente un mondo, in quanti possono dirlo?
Il regno dei ricordati – perché se nessuno tra i vivi ti ricorda più, la tua anima sparisce per sempre, un bellissimo messaggio anche per i più piccoli spettatori sulla potenza del ricordo – è rappresentato come un posto gioioso, allegro e colorato, perché la ricorrenza (come il film) vuole far capire che la morte non deve essere temuta, perché fa parte del naturale percorso della vita e nei propri amici e familiari risiede la chiave del “vivere per sempre” attraverso i loro ricordi.
Un luogo che ricorda non solo Coco che verrà dopo, ma soprattutto la matrice burtoniana de La Sposa Cadavere che è venuta prima. Lì il regno dei morti era molto più allegro e colorato di quello dei vivi, lugubre quasi spettrale, qui entrambi i mondi sono colorati ma quello dei morti ha una luce speciale. Proprio come in Burton, i personaggi e i luoghi hanno forme volutamente sproporzionate a metà fra la parodia e l’omaggio. Qui però lo stile ricorda un po’ quello di Del Toro, che figura infatti tra i produttori, pur rimanendo molto personale di Gutierrez.
Il film in CGI proprio come quelli in stop motion, possiede un look molto artigianale, partendo dai pupazzetti realizzati interamente in legno con più giunture del solito per renderli squadrati ma sbilenchi, proprio come la vita e l’umanità tutta. Gli animatori costruendoli e costruendo i modellini di San Angel (la cittadina al centro della storia) hanno creato letteralmente un mondo, così come quelli dei ricordati e dei dimenticati. Le imperfezioni sono umane e questo è una sorta di “artigianato digitale”, sempre un po’ storto come voleva fortemente Gutierrez.
La capacità di storytelling
Scrivetevi una storia vostra
Il film gioca con il ruolo del narratore, che è la guida del museo dove un gruppo di ragazzini è mandato in punizione e da cui parte il racconto su San Angel, Maria, Manolo e Joaquim. Ma i narratori sono anche La Muerte e suo marito Xibalba, dèi che scendono fra i mortali e fanno una scommessa, proprio come l’antica tradizione greco-latina, e narratore è anche il Candelaio che ha il compito di rimanere imparziale sulle questioni dei vivi e dei morti.
La narrazione è anche quella delle canzoni di Manolo, che scandiscono in un certo senso il procedere della storia: l’amore per Maria, l’amicizia e il triangolo nato con Joaquim, il voler essere un cantante e non un torero come da tradizione della propria famiglia, il non voler usare la violenza e uccidere i tori, il voler difendere a tutti i costi Maria e la città di San Angel, l’amarla sopra e prima di ogni cosa, la nuova consapevolezza di se alla fine della storia.
Che bello il messaggio del Candelaio, qui citato, ai bambini in ascolto: siate voi stessi e scrivetevi una storia vostra, che non sia quella che gli altri scrivono per voi, dato che la vita è una sola.
E a proposito di scrittura, tutti i personaggi hanno varie sfaccettature, ma è soprattutto quello di Maria ad emergere. Pur partendo da un triangolo amoroso e dal padre che vorrebbe darla in sposa a un uomo affinché protegga la città, la ragazza dimostra da subito voglia di indipendenza e di autonomia, e di pensare con la propria testa, complici poi gli studi europei in cui viene mandata.
La società messicana del resto è molto matriarcale e Gutierrez si è basato infatti sulle donne della propria vita, nello scrivere questi personaggi, come anche La Muerte o la guida sui generis del museo, che sa quali tasti toccare per catturare l’attenzione dei ragazzi, mandati lì in gita come punizione. La pellicola d’altronde è molto più che una storia d’amore o d’amicizia, e molto più che un viaggio nel regno dei morti.
La splendida colonna sonora
If you can forgive, love will truly live
La colonna sonora del film è curata da Gustavo Santaolalla, compositore argentino due volte Premio Oscar (nel 2006 per I segreti di Brokeback Mountain e nel 2007 per Babel). Lui insieme a Paul Williams ha ri-arrangiato in salsa messicana alcuni classici di stili e generi diversi, da Rod Stewart ai Mumford and Sons, da Elvis ai Radiohead fino all’hip-hop di Biz Markie.
Questo perché il regista Gutierrez voleva ricreare la musica della sua infanzia-adolescenza, fatta di influenze latine tanto quanto statunitensi, un bellissimo mix di integrazione, apertura e mescolamento di culture e tradizioni.
Ci sono anche due canzoni originali “I love you too much” quindi addirittura “ti amo troppo” dedicata da Manolo a Maria (“Always play from the heart”) e “The apology song” uno dei più originali messaggi da parte di un torero al toro. Due brani musicali che ben incarnano lo spirito di Manolo e del film, che nasce dalla purezza più pura e dalla dolcezza più dolce.
Tradizioni e contraddizioni
Si parla tanto di tradizioni in questo periodo dell’anno. Ma per quanto possiamo amare le tradizioni a volte i nostri ricordi più belli sono legati a momenti assolutamente non tradizionali […] per me questo è stato l’anno in cui la parola ‘tradizione’ si è molto allargata.
Utilizziamo in conclusione dei motivi per recuperare Il Libro della Vita su Disney Plus, questa citazione dal primo episodio natalizio di Modern Family perché ben si sposa con quanto fatto nel film d’animazione, a partire dalla trama fino alla colonna sonora e alla celebrazione del Día de Muertos.
In fondo The Book of Life è il risultato di un mix di culture, dalla colonna sonora, ai doppiatori originali scelti e alle influenze culturali per costruire la città, e guarda caso quella citazione di Modern Family si riferisce a una tradizione colombiana e al concetto di famiglia, importantissimo ne Il Libro della Vita. Proprio come la celebrazione della vita del titolo.
Cerchiamo di fare in modo che questo gioiello dell’animazione non finisca nel Regno dei Dimenticati ma rimanga in quello dei Ricordati.