La recensione di I am Greta, il docufilm disponibile su Amazon Prime Video dal 3 gennaio, che racconta l’ascesa di Greta Thunberg e del suo movimento ambientalista.
Greta Thunberg ha da poco compiuto 18 anni, ma è già un pezzo di Storia. Oggi con la recensione di I am Greta – Una forza della natura, distribuito su Amazon Prime Video dal 3 gennaio, vi parliamo di una storia di vita, di un movimento, e di una generazione intera.
Il percorso della giovane attivista viene seguito nel corso di due anni decisivi, il 2018 ed il 2019, durante i quali il movimento dell’adolescente svedese, supererà i confini nazionali e gli scioperi solitari per diventare la voce di una generazione intera, e non solo.
I am Greta: una rivoluzione che parte dal basso
Il regista Nathan Grossman inizia il docufilm mostrando la protagonista durante le sue prime proteste a Stoccolma, con gli scioperi scolastici fatti di fronte al Riksdag, con un cartello con lo slogan Skolstrejk för klimatet, ovvero “Sciopero scolastico per il clima”.
E Greta, fin dalle sue prime manifestazioni, ha avuto al fianco la figura del padre, che in una delle prime inquadrature del documentario viene mostrato in primo piano mentre si pone faccia a faccia con la figlia, con entrambi i visi baciati dal sole, e quell’inquadratura che diventa il simbolo di tutto il documentario, e del percorso di Greta Thunberg verso la persuasione del Mondo, fatto sempre al fianco di una figura di riferimento.
Perché tutti i movimenti partono dal basso. Quelle giornate di sciopero scolastico fatte a Stoccolma dalla sola Greta sono poi diventate un movimento mondiale, il Friday for Future.
Nella storia cinematografica gli ultimi vent’anni sono stati segnati anche da grandi documentari dedicati alla questione ambientale, ne ricordiamo due su tutti: Una scomoda Verità di Al Gore (distribuito nel 2006), e Punto di non ritorno – Before the Flood (del 2016) realizzato da Leonardo DiCaprio.
I am Greta completa una trilogia che mostra come questo percorso di sensibilizzazione e di movimento verso una presa di coscienza globale verso la questione climatica stia crescendo, investendo in pieno un’intera generazione.
I am Greta: storia di giovani arrabbiati e di adulti incapaci di ascoltare
Quanto un adulto è in grado di percepire e di saper ascoltare un bambino o un adolescente? Il conflitto tra generazioni non è mai stato così vivo come oggi. Lo si può constatare dalle differenze di visioni politiche tra giovani, adulti e anziani, e dai propositi e dalle esigenze di queste diverse fasce d’età.
In I am Greta il regista Nathan Grossman ci permette di constatare come la giovane Thunberg sia stata capace d’incanalare tutta una serie di sentimenti e sentori che viviamo nella nostra epoca, ma che avevano bisogno di una voce che facesse da eco.
Nel documentario la stessa giovane protagonista sottolinea come l’essere umano sia un animale da branco, e che quindi ha bisogno di unirsi, e di identificarsi anche in una figura di riferimento. E Greta oggi è tutto questo.
Nonostante il grande messaggio divulgativo e simbolico I am Greta è anche un bell’intrattenimento. Si tratta di una storia raccontata attraverso filmati documentati ed esclusivi, e, come tutte le storie, riflette sentimenti e situazioni che crescono succedendosi di scena in scena.
Il percorso di Greta, da 15enne che sciopera di fronte ai palazzi istituzionali di Stoccolma, porta, a mano a mano, la giovane ad avere un eco mondiale forte: a scambiarsi tweet con Arnold Schwarzenegger, ad essere invitata a Strasburgo ed a Bruxelles nelle sedi del Parlamento Europeo, a confrontarsi a tu per tu con il Presidente francese Emmanuel Macron.
La storia culmina con l’invito rivolto a Greta fatto al summit dell’Onu di New York nel 2019, con la decisione presa da parte della ragazza di arrivare negli Stati Uniti con un’attraversata in barca via oceano (perché l’impatto dei voli sul clima è uno dei maggiori fattori d’inquinamento a livello mondiale).
Ed il documentario mostra proprio questo: l’umanità di Greta, che passa dalle piccole situazioni casalinghe, alle grandi riunioni politiche mondiali, e dalle sfide che i suoi stessi principi le pongono.
I am Greta è un docufilm prezioso, che racconta la storia di un’anima, e del suo sentimento crescente che rispecchia il sentore di un’intera generazione.
La nostra casa è in fiamme è il titolo del libro pubblicato da Greta Thunberg pubblicato nel 2019, e che, in una sola frase, riesce a incarnare lo spirito dei messaggi che la giovane attivista ha rivolto al mondo politico.
Greta quando apre bocca non ha pietà:
Mi avete rubato l’infanzia!
dice alla platea di leader politici mondiali durante il summit dell’ONU. Una ragazza spietata con il potere, e che, nel suo intimo, così come tutti i giovani ed in generale gli esseri umani, vive di sentimenti semplici che la fanno piangere nel momento in cui parte per gli Stati Uniti per allontanarsi dalla famiglia e dagli adorati cani.
Una storia di formazione e d’informazione
I am Greta è un documentario realizzato con un proposito: mostrare al mondo intero l’essenza di un’anima capace di coinvolgere la popolazione di tutto il Globo, facendo intravedere le sfaccettature di una vita come tante, come tutte, ma con uno scopo grande.
Spesso Greta è stata attaccata a causa della sua Sindrome di Asperger, un disturbo sul quale diversi leader politici populisti e negazionisti nei confronti della questione climatica hanno fatto leva per far intendere come la Thunberg fosse solo una ragazzina malata che aveva bisogno di cure specifiche, piuttosto che di microfoni e grandi platee.
Quanto riesce un adulto ad ascoltare un adolescente o un bambino? Si ritorna sempre a questa domanda, che è anche uno degli elementi alla base di I am Greta.
Il padre della giovane attivista è la guida che conduce Greta attraverso tutti i summit ed i raduni internazionali, una persona che nel documentario viene messa in evidenza per la capacità di ascoltare la figlia, e per saperla assistere durante il compimento di un qualcosa più grande, quasi come se la piccola svedese fosse una reincarnazione di Giovanna D’Arco.
Era forse dai tempi della fanciulla di Orleans che non si vedeva un’adolescente diventare una guida per un intero popolo. Ed i genitori di Greta, così come mostra il documentario di Nathan Grossman, hanno saputo guidare le esigenze della loro ragazza.
E allora sì, un adulto può e sa ascoltare un adolescente o un bambino, ma non è una capacità che tutti riescono a sviluppare. Trascorsa l’infanzia e l’adolescenza si tende a seguire il proprio percorso, dimenticandocisi di ciò che si è stati, e I am Greta serve anche a questo, a ricordare a ognuno la propria capacità di saper ascoltare, per non finire, magari, un giorno seduti in mezzo a politici e uomini di potere, rimproverati da un’adolescente rabbiosa, tradita dall’incapacità di saper ascoltare.
I am Greta è un monito, un insegnamento, una storia di vita e di formazione che merita di essere vista, e che gli utenti di Amazon Prime Video possono guardare sulla piattaforma già dal 3 gennaio, per informarsi ed emozionarsi al tempo stesso.