Una ricerca dimostra che il nostro antenato l’uomo di Neanderthal seppelliva i propri morti come la nostra specie.
La ricerca ha esaminato i resti delle ossa di un corpo che si ritiene appartenere ad un bambino di due anni di Neanderthal. Dall’esame delle ossa e della posizione in cui è stato trovato risulta che è stato intenzionalmente depositato in una fossa scavata in uno strato sedimentario circa 41.000 anni fa.
Un team multidisciplinare guidato da ricercatori del CNRS e del Muséum national d’histoire naturelle, Francia, e dell’Università dei Paesi Baschi, Spagna, ha ricostruito la pratica di sepoltura di un bambino di Neanderthal.
Probabilmente si tratta di resti di circa 41.000 anni fa ritrovato nel sito di Ferrassie, in Dordogna, uno dei più famosi siti neanderthaliani dall’inizio del XX secolo.
Questi resti di un bambino di circa due anni sono stati ritrovati tra il 1970 e il 1973 e fino ad oggi erano rimasti negli archivi del museo. I ricercatori li hanno analizzati e hanno riaperto appunti e taccuini dei loro predecessori per esaminare tutti i dati possibili.
Proprio ritornando su quel sito è stato possibile ricostruire e interpretare la distribuzione spaziale dei resti umani.
Uno scenario che conferma che il corpo di questo bambino di due anni di Neandertal è stato intenzionalmente depositato in una fossa scavata circa 41.000 anni fa.
I ricercatori comunque confermano che saranno necessarie ulteriori scoperte per comprendere la cronologia e l’estensione geografica delle pratiche di sepoltura di Neanderthal.
I risultati sono stati pubblicati su Science Report.
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