Amazon ha annunciato una nuova alleanza con l’IPR Center del Governo USA. Il colosso collaborerà con il Governo statunitense per rintracciare e denunciare tempestivamente il commercio di merce contraffatta.

Da una parte Amazon, che negli ultimi anni ha irrobustito i suoi sforzi per contrastare la lotta ai venditori terzi disonesti —i prodotti falsi, specie i capi d’abbigliamento, sono stati a lungo una piaga per il marketplace—, dall’altra il Governo americano, interessato ad usare l’enorme know-how dell’azienda di Bezos per contrastare l’importazione di merce contraffatta nel territorio nazionale.

Un’asse tra il National Intellectual Property Rights Coordination Center, l’ente del Governo USA che si occupa  di lotta ai falsi, la Counterfeit Crimes Unit interna di Amazon, il corriere DHL e la Customs and Border Patrol, le forze dell’ordine che si occupano delle dogane.

Amazon, scrive The Verge, collabora già da anni con le autorità. Negli anni il colosso del commercio ha segnalato in più occasioni casi sospetti o conclamati di frode ai danni dei consumatori e delle aziende.

Se fino ad oggi le azioni di Amazon erano rivolte verso l’obiettivo di impedire che la merce contraffatta potesse finire nel suo catalogo —con un ovvio rischio reputazionale per l’azienda—, ora grazie a questa nuova partership l’obiettivo finale è quello di «impedire direttamente che i falsi possano entrare nei confini degli Stati Uniti d’America, a prescindere dalla destinazione che avrebbero avuto», come ha spiegato Dharmesh Mehta, vicepresidente del dipartimento customer trust di Amazon.

Amazon e DHL, assieme, godono di una posizione senza eguali nel mercato. La loro capacità di fare rete —questa è la speranza delle parti coinvolte— permetterà un più rapido ed efficace contrasto al commercio illegale.