Sean Astin ha parlato nuovamente del suo lavoro su Il Signore degli Anelli, rivelando di una strigliata ricevuta da Peter Jackson, che fu davvero brutale.

Se Il Signore degli Anelli è stata una trilogia memorabile, lo si deve anche alla volontà di Peter Jackson di adattare il lavoro di Tolkien nel miglior modo possibile, senza paura di strigliare un membro del cast, qualora il suo lavoro non soddisfacesse le sue aspettative. Ed è quello che è successo con Sean Astin, che ha ricordato di recente una strigliata ricevuta sul set dal regista, che non dimenticherà facilmente.

 

La cosa più dolorosa che Peter Jackson mi abbia mai detto… sapete, è un uomo di poche parole. Un tipo stoico, che riesce ad essere efficace quando vuole o quando ne ha bisogno. Può fingere, essere molto eloquente e così via, ma nel lavoro quotidiano Peter Jackson è un tipo silenzioso. Lascia che sia il suo lavoro a parlare, e la sua regia era sempre molto minimale. La maggior parte delle sue indicazioni dicevano “Rifacciamola”, ma a un certo punto è venuto da me, mi ha guardato e ha detto “Non sono riuscito a credere a quella scena”. Mio dio, è stato come una fatality di Mortal Kombat. Mi sentivo come se mi avesse strappato i capelli e con loro fosse venuta via la mia spina dorsale. Ma era vero. Era vero che non mi ero impegnato, che non ero lì con la testa, non ero el personaggio. Non ero dell’umore. Semplicemente non ero lì.

 

L’attore non ha specificato in quale film della trilogia sia successa la cosa, anche se dal resto dell’intervista sembra si tratti del primo film. In ogni caso è qualcosa che ad Astin è servito, come ammesso dallo stesso attore:

 

È stato brutale, ma lui non voleva esserlo. Voleva che il colpo andasse a segno. Non voleva che fosse una cosa troppo dura, ma è stato un esempio perfetto del lavoro di un regista. Aveva assolutamente ragione, e mi ha fatto migliorare. Mi ha fatto concentrare di più.

 

Tutto è bene quel che finisce bene, insomma.