Cultisti! Dopo la sbornia di Tainted Grail e il mitologico racconto di Ale, si torna finalmente con i piedi per terra…AHAHA. Neanche per idea. Personaggi pazzi che si spaccano in un’arena da paura, sgozzi grotteschi in una stazione spaziale frequentata da personaggi da incubo da cui fuggire e ehm… Come dire.
Aste ambientate nell’antico Egitto? Tesserine? Token? Un tabellone che pare lo schema di un parcheggio? LA SENTITE L’ADRENALINA CHE SALE? Noi sì. Pronti, via.
- Per descrivere Super Fantasy Brawl sono state usate molte definizioni: coltellate in ascensore, cuscinate coi chiodi, paintball di schiaffi. Sotto la superficie, però, non c’è solo la violenza dei colpi inferti all’avversario, ma la capacità di manovrare e controllare il flusso del gioco. Il Dottor Bolivia è qui per analizzare con voi questo titolo splendido splendente e capire con voi cosa si nasconde dentro la sua lussuosa confezione.
- Esistono poche cose matte e disperatissime come i vostri tentativi di fuga dal Dark Sector. Una di queste è, ad esempio, lo studio di Giacomo Leopardi. Un uomo troppo poco citato quando si parla di fantascienza orrorifica e deformi creature dello spazio che cercano di cavarvi gli occhi. La considero un’occasione persa nel dialogo letterario e nella formazione di tanti giovani italiani. Per fortuna c’è il DucaConte a colmare queste lacune.
- Piaceri vintage nella vita. Un buon sigaro. Un Lagavulin. Un Knizia dello scorso millennio. L’ultimo di questi tre è anche l’unico, se assunto in abbondanza, che non vi provoca un enfisema e/o il cagotto. Sperimentate anche voi l’assenza di cagotto in questo titolo di aste dai contorni leggendari e dal gameplay brillantissimo. PS Il gioco si chiama Ra.
Buon ascolto e in questo caso…ci vediamo dall’altra parte!