La recensione di Undiscovered Country, la serie a fumetti più attesa dell’anno, scritta da Scott Snyder Charles Soule, disegnata da Giuseppe Cammo Camuncoli e già pronta a diventare un film.
Finalmente il momento è giunto per poter scrivere la recensione di Undiscovered Country, progetto creator owned di Image Comics (edito in Italia da saldaPress) e da orami un anno sulla bocca di tutti, vista la potenza del cast coinvolto e del soggetto, incredibilmente attuale e accattivante.
Abbiamo letto di tutto sull’argomento, visto le anteprime e le interviste, in America si è trattato di un vero e proprio fenomeno, finito sulle prime pagine di tutti i magazine di settore e non solo.
Perché dietro Undiscovered Country ci sono due delle firme più di successo e apprezzate degli ultimi anni di comics americani, Scott Snyder (American Vampire, Batman, Swamp Thing) e Charles Soule (Swamp Thing, Daredevil, Darth Vader, Wolverine), coadiuvate – ed è questo uno dei principali motivi di interesse anche per noi italiani – dal nostro Giuseppe “Cammo” Camuncoli ai disegni, uno dei nostri veterani più apprezzati e prolifici, già famosissimo per la sua gestione pluriennale di Spider-Man, Darth Vader e molto altro.
Un cast stellare, di quelli che si riuniscono con un solo obiettivo: spaccare tutto.
E poi la premessa, intrigantissima:
Nel futuro prossimo gli Stati Uniti, in una situazione sociale già resa drammatica dalla diffusione di un virus letale che ha causato una pandemia planetaria, decidono di chiudersi al mondo, isolandosi per trent’anni.
Fino all’arrivo di un misterioso segnale dall’interno dell’America dopo anni di mistero, la promessa di una cura e uno spiraglio di apertura per poter entrare in una terra di cui non si hanno più notizie per un terzo di secolo.
Potreste pensare che la cosa fosse pianificata visto quello che abbiamo vissuto in questo 2020 con il Covid-19 e invece le date parlano chiaro. L’idea originale risale al 2017 e la voglia di fare una cosa del genere da ancora prima, il primo numero è uscito esattamente un anno fa, quando ancora concetti come mascherine, distanziamento sociale e pandemia non ci erano poi così familiari.
Il soggetto di Undiscovered Country, oltre al cast coinvolto, è diventato così negli scorsi 12-16 mesi un magnete potentissimo, uno di quei progetti impossibili da ignorare al pari di un nuovo Saga o The Walking Dead.
E proprio parlando di quest’ultimo fumetto, all’hype già considerevole, si è aggiunto proprio l’endorsement di Robert Kirkman che ha definito Undiscovered Country il perfetto erede della serie con protagonisti Rick Grimes, Carl, Michonne, Negan and company.
Non serviva altro per spianare la strada ad un progetto inizialmente pensato per essere una mini serie da sei numeri, passato a ventiquattro e ora con una previsione di ben cinquanta uscite (ovvero cinque anni di pubblicazione).
Ma la prova del nove, almeno in Italia, è ora. Com’è Undiscovered Country?
Innanzitutto è interessante individuare il genere di questo fumetto, anche se l’impresa si dimostrerà difficile sin dalle prime pagine.
La serie Image Comics, pubblicata da saldaPress, è un thriller con elementi socio-politici di notevole peso, ma è anche e soprattutto un action, con richiami a Mad Max e al sci-fi più spinto, con strizzatine d’occhio al mistero e al misticismo di Lost.
Wow, un bel mix, non c’è che dire.
Dopo la ricezione del segnale di apertura proveniente dagli Stati Uniti da parte del dottor Sam Elgin, la squadra che sarà inviata sul posto incontrerà qualcosa di totalmente inaspettato. Sono passati trent’anni dall’isolamento ma i territori dell’America sembrano totalmente irriconoscibili, quasi come in uno scenario post apocalittico: animali mutanti, intere regioni assolutamente fuori da ogni logica, gli stessi esseri umani divisi in tribù e soggetti a cambiamenti impossibili (fisici e mentali) e un misterioso individuo, l’Uomo del Destino, che oltre a presentare tratti somatici a dir poco bizzarri sembra essere il custode di un sapere antico, misterioso.
Ma la cura per il virus Sky è troppo importante e il gioco vale la candela. Alla spedizione parteciperanno il colonello Pavel Bukowsky, un’ex eroe di guerra con dei fantasmi interiori molto pesanti, la giornalista Valentina Sandoval, abilissima, molto informata e senza troppi freni morali se si tratta di portare alla luce la verità, l’esperto di cultura e storia americana Ace Kenyatta, due rappresentanti delle altrettanti fazioni mondiali nei quali si è diviso il mondo nel frattempo, Chang Englou per la Prosperità Pan Asiatica e Janet Worthington per l’Alleanza Euro-Africana e i due fratelli Charlotte e Daniel Graves, medico ricercatore la prima e militare dei servizi segreti il secondo, con un passato e intenzioni decisamente oscuri.
Già con un cast di protagonisti così ricco tornano appunto in mente le possibilità narrative di una serie come Lost, in cui le storie passate di ognuno diventano fondamentali per lo svolgimento della trama.
Già con un cast di protagonisti così ricco tornano appunto in mente le possibilità narrative di una serie come Lost, in cui le storie passate di ognuno diventano fondamentali per lo svolgimento della trama.
E poi le due figure misteriose e affascinanti che troveremo oltre il muro che separa gli Stati Uniti dal mondo: Sam Elgin, un nuovo Zio Sam, intenzionato ad aprirsi al mondo (sarà poi vero?), in contrasto e in competizione con l’Uomo del Destino, nella sua tuta da astronauta e con una raccapricciante chela al posto della mano sinistra. Entrambi vogliono arrivare alla Spirale, entrambi cercando molto più di quanto non vogliano affermare.
Ma che cos’è la Spirale, ovvero la zona centrale degli States che sembra governare il destino di tutto e tutti?
Com’è possibile che in soli trent’anni gli Stati Uniti siano cambiati così tanto ed è plausibile pensare che il tempo all’interno dei suoi confini scorra diversamente?
Il primo volume di Undiscovered Country non perde tempo. Soule e Snyder hanno le idee chiare su dove vogliono puntare e partono già con il turbo premuto. Dopo le prime pagine di premessa ci caricano su un elicottero e ci portano dentro al cuore del problema, sbattendoci in faccia una realtà incredibile, quasi fantasy seppur pregna di elementi sci-fi e di cultura pop da film di spionaggio e storie di guerra (il muro d’aria che impedisce lo sconfinamento, il progetto Aurora, incredibili dispositivi elettronici ed informatici, sistemi di difesa avanzatissimi ecc.).
Snyder e Soule sono due autori che amano i dialoghi e ne fanno un uso davvero molto abbondante già da subito rendendo il fumetto in effetti bello consistente da masticare, riuscendo tuttavia a creare un soggetto talmente affascinante e ben imbastito da non farci percepire il peso dei tanti e corposi balloon.
C’è la storia americana, quasi un profilo psicologico di cosa gli Stati uniti hanno rappresentato per il mondo dalla loro fondazione ad oggi, il loro ruolo nelle guerre mondiali e la mentalità sempre più indipendente che possiamo notare anche nella politica che ascoltiamo ogni giorno al telegiornale.
Il muro che chiude gli States in Undiscovered Country è certamente ispirato a quello che Trump ha fatto erigere al confine col Messico ma le metafore e le analogie non si fermano qui.
Il muro che chiude gli States in Undiscovered Country è certamente ispirato a quello che Trump ha fatto erigere al confine col Messico ma le metafore e le analogie non si fermano qui.
La cosa che stupisce davvero di Undiscovered Country è come gli autori siano riusciti a concepire una storyline così solida e così aggrappata alla realtà pur spingendo l’acceleratore della fantasia al massimo. Pensate che molte delle cose che vengono citate nel fumetto sono informazioni derivanti da reali rapporti che i due autori hanno avuto con un ex agente della C.I.A. che li ha introdotti a diverse informazioni, anche storiche, progetti del D.A.R.P.A. ecc. Impossibile resistere ad un fascino del genere.
Finalmente. Finalmente una serie a fumetti di grande respiro alla quale possiamo affezionarci. Una di quelle che ha tutte le premesse per fare bene e per tanto tempo. Un progetto che crescerà con gli autori e noi lettori. Finalmente una lettura dalla quale è piacevole lasciarci trascinare via.
Non so dove ci porterà Undiscovered Country, ma il viaggio lo faccio con estremo piacere. Ci voleva proprio per un mercato del fumetto come quello americano afflitto da più di qualche crisi di creatività.
E per un lavoro del genere, per portarlo a termine come dio comanda, bisogna avvalersi di un team artistico d’eccellenza.
La scelta di Giuseppe “Cammo” Camuncoli come disegnatore è a dir poco perfetta: è famoso per essere un artista molto prolifico e puntuale, abituato anche alle scadenze asfissianti della serialità mainstream, conosciuto e rispettato in America, ma con il respiro unico dei disegnatori europei e una forte autorialità nel proprio DNA.
Se vuoi portarti a casa il risultato devi scegliere i migliori.
Undiscovered Country è un progetto creator owned (dove i diritti rimangono in capo ai creatori), quindi l’investimento è tutto sulle spalle di questo terzetto, così come i futuri proventi (e la trasposizione a film sarà di certo il piatto forte).
E se Cammo si è occupato del design generale e di tutti i layout, la scelta dei due finisher (prima Daniele Orlandini e poi Leonardo Marcello Grassi) è risultata davvero azzeccata stando ai risultati che possiamo vedere nelle tavole.
Disegni solidi, inquadrature cinematografiche, pur senza esagerare nel contenuto in modo da mantenere una certa snellezza e rapidità. Il tocco finale arriva dai colori lisergici di Matt Wilson che ha davvero fatto esplodere la palette una volta varcati i confini della casa dello Zio Sam, per darci ancora più la sensazione di un’esperienza alienante.
Dal punto di vista grafico ci troviamo di fronte ad una prova convincente e piuttosto originale, perfettamente a metà strada tra il comic mainstream e qualcosa dal sapore decisamente più indipendente. Difficile pensare ad un diverso disegnatore rispetto a Cammo, forse un Jock avrebbe reso una prova interessante, ma di certo sarebbe risultato meno trasversale.
Undiscovered Country è partito benissimo, come la grande serie che ha sempre sostenuto di essere.
È una lettura avvincente anche se impegnativa, visto che succede di tutto solo nel primo volume (e non tutto in maniera chiarissima o lineare) e come vi ho già detto i dialoghi sono tanti e strabordanti di informazioni.
C’è ancora tempo per conoscere bene i personaggi, in questa prima uscita italiana non ancora del tutto caratterizzati
C’è ancora tempo per conoscere bene i personaggi, in questa prima uscita italiana non ancora del tutto caratterizzati, ma la sensazione che ho avuto è quella di avere di fronte tutto il bene che è stato fatto nelle prime stagioni di Lost, in un mix davvero esplosivo di molteplici influenze.
Ci sono diverse edizioni disponibili prodotte come sempre magistralmente da saldaPress: una regular, con la cover efficacissima in cui mancano gli States dai profili del Nord America che ben conosciamo, una variant slipcase con le cartoline dell’America post isolamento (geniale), e ben tre variant di distributore (una per Amazon, una per Manicomix e una per Star Shop). Insomma in salda le cose le hanno preparate davvero per bene.
In conclusione della recensione di Undiscovered Country posso dire che sarà un viaggio lungo, due volumi all’anno, per almeno quattro o cinque anni, ma sono certo che sarà un viaggio degno di essere compiuto, di quelli che ricorderemo e, se prestiamo attenzione ai messaggi e ai segnali tra le vignette, anche un viaggio di quelli che ci faranno comprendere molte cose su un paese al quale guardiamo da sempre ma che forse non abbiamo mai imparato veramente a conoscere.
L’avventura della squadra inviata negli States post isolamento tra oltre cinquant’anni è solo l’inizio e già continuo a pensare a chi diavolo siano l’Uomo del Destino e Sam Elgin. Well done, guys.
Snyder, Soule, Cammo e tutto il resto del team creativo di Undiscovered Country: siete riusciti a riaccendere un sentimento di irrefrenabile curiosità che non provavo da parecchio e ora avete una missione importante da portare avanti.
Magari non ci sarà realmente in ballo il destino del mondo ma quello del buon fumetto indipendente americano un po’ si. Ci conto!
- Undiscovered Country è un ottimo thriller action, con tutto il fascino delle prime stagioni di Lost e un'originalità davvero notevole.
- Soggetto accattivante e molte metafore alla situazione socio-politica internazionale, senza considerare i - non voluti - rimandi al covid 19
- Parte grafica sostenuta egregiamente da Camuncoli, Orlandini, Grassi e Wilson
- Originale, strutturato quasi come una serie tv e
- Ha le premesse per essere un progetto duraturo e coinvolgente
- Il primo volume è complesso, molto frenetico, succede davvero di tutto. Non è un difetto, tutto si sostiene, ma resta molto intenso
- I personaggi sono ancora volutamente poco sviluppati in questo primo volume. Ci aspettiamo grandi rivelazioni dal prossimo volume.