La recensione di The Blackout, action sci-fi del regista russo Egor Baranov che vede protagonisti uno sparuto gruppo di sopravvissuti combattere contro un potente invasore alieno e la sua particolare tattica di conquista.
La razza umana contro l’invasore alieno, uno scontro che rappresenta uno dei capisaldi del cinema di fantascienza. Che la minaccia provenga da un altro pianeta del sistema solare o da una galassia sconosciuta lontana milioni di chilometri, da sempre la lotta per la conquista della Terra è un tema che affascina e capace di regalare grandi battaglie.
Una trama che è anche al centro del nuovo film del regista russo Egor Baranov, presentato durante la sesta giornata del Trieste Science+Fiction Festival. Nella recensione di The Blackout seguiremo la lotta di uno sparuto gruppo di sopravvissuti contro un potente invasore alieno e la sua particolare tattica di conquista.
The Blackout segue la lotta di uno sparuto gruppo di sopravvissuti contro un potente invasore alieno
Noto anche con i titoli internazionali di The Blackout: Invasion Earth e Avampost, il film vede protagonisti Aleksei Chadov, Pyotr Fyodorov, Svetlana Ivanova, Konstantin Lavronenko, Lukerya Ilyashenko, Kseniya Kutepova, Filipp Avdeev e Artyom Tkachenko.
Buio totale
Oleg (Aleksei Chadov) è un soldato dell’esercito russo che si sta godendo le sue due settimane di licenza a Mosca. Il soldato è in compagnia della bella Olya (Svetlana Ivanova) in un lussuoso ristorante di Mosca. La cena va per il meglio e sembra che tra i due possa nascere qualcosa. L’idillio però è interrotto da un incessante pericolo di allarme. I due ben presto scopriranno che, ad eccezione di un cerchio che comprende Mosca, parte di Bielorussia, Ucraina e Finlandia che verrà chiamato il cerchio della vita, il resto del mondo è in blackout. Niente elettricità, internet o qualsiasi tipo di comunicazione. La Terra è avvolta da un’oscurità quasi totale.
Il mondo è caduto in un blackout quasi totale. I sopravvissuti si rifugiano nel cosìdetto cerchio della vita.
La popolazione all’interno del cerchio della vita ripone tutte le sue speranze nell’ultimo avamposto militare. Una base in cui i soldati – tra cui il solitario Yuriy Grubov (Pyotr Fyodorov) – oltre a rappresentare l’ultimo baluardo di difesa dell’umanità, hanno anche il compito di andare in avanscoperta nei territori in cui regna ormai l’oscurità più totale.
Inizia così per l’esercito una corsa contro il tempo per capire cosa abbia causato il blackout mondiale. Andando in ricognizione nelle zone al di fuori dell’anello i militari scopriranno una realtà sconvolgente: cadaveri ovunque. Nei negozi, nelle auto, negli edifici. Una vera ecatombe e a causarla è stata una tossina prodotta dallo stesso corpo umano.
Inizierà così per i sopravvissuti una disperata missione per riprendersi il pianeta
Guidati dal Maggiore Dolmatov (Konstantin Lavronenko), i soldati dell’ultimo avamposto rimasto partiranno alla volta del quartier generale nemico con lo scopo di riprendersi la Terra.Inizierà così per i sopravvissuti una disperata missione. Riusciranno nell’impresa?
Minaccia Fantasma
Un nemico invisibile, che attacca in maniera improvvisa ed imprevedibile. Una minaccia fantasma che tiene sotto scacco l’intera umanità – ormai decimata – e pronta a fare la mossa finale per conquistare l’intero pianeta. Questa la trama di The Blackout, action sci-fi russo che citando cult del genere – come Blade Runner, Il Quinto Elemento e Starship Troopers – Fanteria dello spazio e Indipendence Day – riesce ad intrattenere e divertire.
Una giostra fatta di innumerevoli sparatorie, dove proiettili e missili volano a volontà, contro un nemico inusuale. Una storia che parte mostrando il più tipico dei flash foward – con l’assordante suono dell’allarme e dell’imminente minaccia – per poi tornare indietro e mostrarci una pacifica e futuristica Mosca, dove il protagonista è a cena con una bella donna. Ultimi momenti di una tranquilla e lussuosa che sprofonderà presto nel caos.
Una giostra fatta di innumerevoli sparatorie
Dimenticatevi meteoriti, guerre atomiche o la classica invasione aliena con l’arrivo di un imponente flotta a minacciare l’uomo. Il pericolo in The Blackout è più subdolo e pericoloso. Un nemico che non attacca frontalmente e in massa, ma che usa una strategia ben precisa, una vera e propria guerriglia planetaria. Attacchi ad ondate programmate con l’intento di indebolire il nemico – fisicamente e psicologicamente – in attesa dell’imponente attacco finale, che sarà in grande stile.
Una trama ed uno svolgimento tutt’altro che originali
Una trama ed uno svolgimento tutt’altro che originali quelli portati sullo schermo da Baranov, con personaggi alquanto stereotipati e più piatti di un’ostia, con situazioni scontate e colpi di scena non poi così eclatanti, spesso è difficile chiamarli tali. Insomma una sagra del già visto, ma comunque capace di dare vita ad un action sci-fi dalle atmosfere horror interessanti e capace di tenere alta l’attenzione dello spettatore per tutti i 127 minuti di durata.
Assistiamo così, oltre alla tipica presentazione dei protagonisti e del loro immancabile ed incrollabile patriottismo, anche alle più classiche missioni di ricognizione. Operazioni che ovviamente andranno incontro a letali imprevisti. Inoltre non mancano momenti di protesta e sommossa da parte della popolazione. Scene alquanto fuori luogo e sconnesse con l’atmosfera del film. Così come alcuni personaggi, che risultano più che superflui.
Il film è un’infinita sparatoria in cui ogni tanto c’è un dialogo
Una durata sicuramente eccessiva, tanto che una sforbiciata qua e là non avrebbe guastato visti i molti tempi morti, che servono più a far rifiatare lo spettatore che ha creare attesa e tensione. Infinita sparatoria in cui ogni tanto c’è un dialogo. Facendo il verso agli zombie movie, a Io sono leggenda e citando magnificamente il videogame Carmageddon, The Blackout è una montagna russa che non annoia.
Lo scontro finale è troppo breve e troppo poco epico per essere tale.
Nella recensione di The Blackout evidenziamo come quella raccontata nel film sia una storia che però lascia l’amaro in bocca per quanto riguarda lo scontro finale, troppo breve e troppo poco epico per essere tale. Poco più di una scaramuccia tra fratelli che la vedono in maniera diversa. Magari una sparatoria in meno a favore del confronto finale non avrebbe guastato.
A condire il tutto una colonna sonora incalzante e claustrofobica ad opera del frontman dei Linkin Park Mike Shinoda. Musiche capaci di amplificare al meglio la tensione e il terrore di un chiassoso survival game dove non mancano poteri paranormali – il cui inserimento non è propriamente efficace – e un pizzico di romanticismo. Che si sa, non guasta mai.
Survival game chiassoso e divertente che non deluderà i fan del genere
In conclusione della recensione di The Blackout, lo sci-fi diretto da Egor Baranov nonostante una trama ed uno svolgimento alquanto triti e una lunghezza eccessiva risulta essere un action movie chiassoso e divertente, pieno di tensione, scontri a fuoco, esplosioni e quel pizzico di sentimentalismo e speranza che non guastano mai. Videogame ad alto budget che non deluderà i fan del genere.
Potrebbe interessarti: