È la forza mentale che permette agli ultra runner di affrontare sfide quasi impossibili e di contraddistinguersi dagli altri atleti.

Per affrontare sfide che ai più sembrano impossibili non occorrono solo muscoli e preparazione atletica ma anche una forza mentale superiore. I dati raccolti in uno studio hanno dimostrato che i corridori di ultramaratone, anche detti ultra runner, sembrano avere una maggiore forza mentale rispetto agli atleti di altri sport.

 

Gli ultra runner sono i corridori che percorrono distanze molto lunghe, come le ultramaratone, lunghe più di 42,195 chilometri.

 

Lo studio è stato eseguito raccogliendo informazioni di 56 corridori, del gruppo di élite, che hanno preso parte alla gara di resistenza di 100 miglia dell’Hawaiian Ultra Running Team 2019, chiamata anche HURT100, che conta un percorso di ben 160 km.

Il sondaggio ha riguardato una serie di domande progettate per misurare la forza mentale e l’autoefficacia, o meglio la nostra consapevolezza di successo.

I dati ottenuti hanno evidenziato che la forza mentale e l’autoefficacia sono strettamente collegate poiché entrambe contribuiscono a una visione mentale positiva.

Gli stessi dati hanno evidenziato però che non sempre le prestazioni finali dell’ultra runner sono strettamente legate a questa visione positiva.

I ricercatori suggeriscono che se da una parte potrebbe essere necessaria una certa attitudine mentale e forza per approcciarsi a questo tipo di eventi di resistenza, dall’altra le qualità fisiche e altri fattori prendono il sopravvento quando si guardano le posizioni finali effettive.

I ricercatori scrivono nel loro articolo:

La nostra interpretazione è che questi risultati, presi insieme, suggeriscono una soglia di forza mentale che gli artisti richiedono per essere dello standard necessario per essere in grado di prepararsi e competere in eventi ultramaratoni d’élite come l’HURT100.

 

Il campione esaminato non è particolarmente ampio e la gara scelta è particolarmente difficile. Quindi allargando il campione e su gare meno complesse si potrebbero avere maggiori informazioni.

Lo studio ha comunque una sua valenza: fa luce su uno sport su cui ancora non ci sono molte ricerche e può essere utile per gli atleti e per i loro allenatori perché fornisce le caratteristiche dello stato mentale necessario per essere un ultra runner.

 

Avere una conoscenza avanzata dei meccanismi alla base della forza mentale (come l’autoefficacia) potrebbe anche aiutare gli psicologi sportivi e gli allenatori a creare programmi di allenamento più efficaci e mirati.

 

La ricerca è stata pubblicata su PLOS One.