Secondo alcuni ricercatori della Washington University, la cornea sarebbe resistente all’infezione da coronavirus, non permettendone quindi la replicazione.

Durante questi mesi di pandemia, gli scienziati di tutto il mondo stanno ancora studiando approfonditamente le modalità patogenetiche di SARS-CoV-2

Un nuovo studio della Washington University di Saint Louis indicherebbe che uno dei tessuti principali dell’occhio, la cornea (che copre rispettivamente l’iride e la pupilla), sarebbe resistente all’infezione da Coronavirus, secondo quanto dimostrato da alcuni esperimenti avvenuti in ambiente di laboratorio.

A prender parola è stato il microbiologo Jonathan J. Miner, primo autore dello studio in considerazione, il quale ha dichiarato che tutte le cornee provenienti da donatori umani casuali e testate in laboratorio non hanno mostrato proliferazione di SARS-CoV-2, a differenza del virus Zika ed Herples Simplex di tipo 1 che si sono replicati senza problemi.

Al momento non è ancora chiaro come questo sia possibile: potrebbe verosimilmente trattarsi dell’interferone lambda, la cui presenza impedirebbe la replicazione di SARS-CoV-2, nonostante la sua inibizione non abbia evidenziato un aumento della sua capacità proliferativa.

Chiaramente si tratta al momento di uno studio preliminare, pertanto non ci resta che attendere ulteriori considerazioni in merito, che siamo certi non tarderanno a venire nel corso dei prossimi mesi.