USA, Portland si ribella contro il riconoscimento facciale

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Le tecnologie di riconoscimento facciale sono sempre più integrate nella vita degli USA, ma Portland si ribella e le bandisce.

Poche ore fa, in piena febbre da elezioni presidenziali, la città più popolosa del Maine ha votato e passato una legge che, tra le altre, rafforza i divieti vigenti che impediscono alle forze dell’ordine di usare il facial recognition. Ora, i cittadini che dovessero essere soggetti a questo particolare tipo di approccio investigativo potranno chiedere un risarcimento di 1.000 dollari.

La mossa di Portland segue così la direzione intrapresa precedentemente da Boston, San Francisco e l’omonima Portland dell’Oregon, ponendosi in aperto contrasto con le politiche promosse dall’Amministrazione Trump.

Con la motivazione del dover garantire la sicurezza pubblica, le tecnologie di facial recognition stanno infatti divenendo parte integrante di tutte le forze dell’ordine che operano su suolo statunitense.

Prima sono state introdotte, silentemente, all’interno dei corridoi della Casa Bianca, poi negli aeroporti, quindi nelle investigazioni di polizia. Proprio la polizia, nello specifico, non ha sempre dimostrato quell’educazione digitale e quella resilienza etica che sono necessarie a gestire un sistema tanto insidioso.

Si sono verificati errori, ma anche abusi, e le minoranze più soggette a discriminazione poliziesca manifestano il timore che il riconoscimento facciale venga adoperato per bersagliarli ulteriormente.

La nuova risoluzione non andrà in ogni caso a intaccare o a sanzionare l’uso aziendale del facial recognition.

Le misure appena adottate da Portland promuovono tutta una serie di valori progressisti che i lobbysti hanno duramente cercato di contrastare. Oltre all’intensificazione del ban alle tecnologie di riconoscimento facciale, la città USA ha infatti decretato che ai suoi cittadini venga garantito un salario minimo di 15 dollari l’ora, nonché ha adottato una serie di manovre atte a contrastare la gentrificazione e la speculazione edilizia a discapito della comunità.

 

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