Secondo un nuovo studio statunitense, il 50% circa dei familiari o delle persone conviventi con persone infette contraggono il coronavirus nel giro di pochi giorni.
A dichiararlo sarebbe stati i Centri per la Prevenzione e il controllo delle malattie (in acronimo CDC), in uno studio pubblicato lo scorso 30 ottobre. Lo studio sarebbe stato effettuato su un campione di 191 persone, famigliari o conviventi di 101 persone infette da coronavirus: di queste, 102 sono risultate positive a SARS-CoV-2, con una percentuale d’infezione del 53%. In particolare, dei “pazienti zero” il 57% aveva un età superiore ai 18 anni, mentre il restante 43% erano minorenni.
Il 69% dei pazienti zero ha trascorso, in base a quanto da essi dichiarato, circa 4 ore nella stessa stanza con un proprio convivente o più. In aggiunta a questo, un 40% dei casi indice ha dichiarato di aver addirittura dormito all’interno della stessa stanza.
Lo studio indicherebbe quindi, come sospettato da mesi, un’alta probabilità per i conviventi di contrarre il coronavirus nel giro di pochi giorni dal contatto. Il CDC, inoltre, raccomanderebbe alle persone affette da COVID-19 di isolarsi dal resto delle persone conviventi, oltre a dormire preferibilmente in stanze separate, usando (nel migliore dei casi) bagni separati se possibile, oltre che utilizzare le mascherine di protezione anche in ambito domestico.
Le persone potenzialmente infette dovrebbero quindi isolarsi in maniera preventiva, ancor prima della conferma di un’eventuale esito positivo del tampone rinofaringeo. Al contrario di questo, altri studi esteri hanno invece dichiarato percentuali minori di probabilità di infezione tra persone conviventi: non ci resta dunque che attendere eventuali studi futuri per avere la conferma o meno di queste conclusioni da parte del CDC.