I corpi di più di 7.000 cuccioli di foca sono stati rinvenuti sulle spiagge di una colonia riproduttiva della Namibia.

L’ambientalista Naude Dreyer dell’ente di beneficienza Ocean Conservation Namibia riporta di aver notato i primi decessi a settembre, sulle coste sabbiose di Pelican Point, colonia vicina alla città di Walvis Bay nota ai turisti perlopiù per la presenza di numerosi branchi di delfini.

Non é quindi un caso che il fenomeno sia stato osservato da vicino anche dal Namibian Dolphin Project, con la dottoressa Tess Gridley che ha confessato ai microfoni della Agence France-Presse di essere incappata a ottobre in un grande numero di feti di foca spiaggiati.

Gridley stima che ad abortire siano state dalle 5.000 alle 7.000 femmine di otarie orsine, tuttavia sembra che nell’ultima settimana la tendenza delle morti sia cambiata: a perire sono le madri.

Ciò che abbiamo osservato é un numero minore di nuovi cadaveri di cuccioli di foca e molti di femmine adulte,

ha riferito Dreyer.

Alcuni dei cadaveri risultavano all’apparenza “smunti, emaciati e con scarse riserve di grassi”, dettagli che lascerebbero intuire una qualche forma di malnutrizione, anche se gli esperti non escludono nulla, inquinanti e infezioni batteriche incluse.

É un fenomeno naturale, nel senso che quando una femmina incinta avverte di non avere abbastanza riserve energetiche, può abortire il suo feto. Alcune morti premature sono un evento naturale, ma migliaia di cuccioli morti prematuramente sono un evento estremamente raro,

prosegue Dreyer.

Quali che siano le cause, pare che queste abbiano una dimensione locale. Altre colonie situate in zone limitrofe non manifestano problemi, pertanto un ulteriore ipotesi che sta prendendo piede é quella ecologica.

Il comportamento dei banchi di pesci potrebbe essere cambiato a causa di tossine o di significative variazioni climatiche, affamando la specie e causando la moria di cuccioli di foca.

 

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