Il mistero della pietra azzurra: Atlantide, steampunk e destino

Il 13 aprile del 1990 sul canale giapponese NHK veniva trasmesso il primo episodio de Il mistero della pietra azzurra, anime diretto da un giovane Hideaki Anno e basato su un’idea di Hayao Miyazaki, a sua volta ispirata dai romanzi di Jules Verne.

Gli anni ’80 e ’90 in Italia sono stati un periodo molto prolifico per gli anime.

Gli anni ’80 e ’90 in Italia sono stati un periodo molto prolifico per gli anime. I prodotti provenienti dal Sol Levante erano infatti assoluti protagonisti dei pomeriggi e delle serate televisive nostrane. Innumerevoli i prodotti trasmessi in quegli anni e tra questi uno dei più amati ancora oggi vede protagonisti un’acrobata di un circo sempre in compagnia di un leoncino e un giovane brillante inventore.

Il 13 aprile del 1990 sul canale NHK della televisione giapponese venne trasmesso il primo episodio dell’anime Il mistero della pietra azzurra (ふしぎの海のナディア Fushigi no umi no Nadia, lett. “Nadia dei mari delle meraviglie”). Nota anche col sottotitolo internazionale The Secret of Blue Water, la serie è stata prodotta dallo studio Gainax e diretta da Hideaki Anno – gli stessi che qualche anno più tardi daranno vita al rivoluzionario Neon Genesis Evangelion – e si compone di 39 episodi.

Il mistero della pietra azzurra, a distanza di 30 anni, è ancora uno degli anime più amati

 

 

 

All’inseguimento della Pietra Azzurra

Parigi, 1889. Si incrociano i destini dell’acrobata Nadia e dell’inventore Jean.

Parigi, 1889. Durante l’Esposizione Universale si incrociano i destini della bella ed atletica acrobata circense Nadia – insieme a lei l’inseparabile cucciolo di leone King – e del geniale inventore Jean. L’incontro non proprio cordiale tra i due tredicenni (nella versione originale hanno 14 anni) è bruscamente interrotto dall’intervento di Rebecca (Grandis nella versione giapponese), Hanson e Sansone il cui scopo è impossessarsi della pietra che Nadia porta al collo. Fuggiti sul prototipo di aeroplano di Jean, i ragazzi naufragano nell’Oceano Atlantico sono tratti in salvo da una nave da guerra americana, la quale è impegnata a cacciare un misterioso mostro marino.

 

 

A seguito dello scontro tra la nave da guerra ed il mostro i ragazzi si trovano nuovamente in mare e questa volta vengono salvati dal Nautilus, avveniristico sottomarino comandato dallo schivo e misterioso capitano Nemo. Qui i due scoprono che i mostri marini cui la marina americana dà la caccia non sono che il Nautilus e i suoi nemici, ovvero l’esercito di Neo-Atlantide, guidati dallo spietato Argo (Gargoyle nella versione italiana).

Inizierà per i due protagonisti una spietata lotta contro Argo e il suo esercito di Neo-Atlantide.

Lasciato il Nautilus le cose per Nadia e Jean si complicano, infatti i ragazzi verranno a contatto con l’esercito di Neo-Atlantide e del loro spietato leader, il cui scopo è governare il mondo grazie alla temibili tecnologia del perduto continente di Atlantide. Per farlo ha bisogno della misteriosa pietra che Nadia porta al collo, di cui Argo sembra conoscere il passato.

Inizierà così per Nadia, Jean, King e i loro nuovi alleati una spietata lotta contro Argo e il suo esercito. Un viaggio che porterà la giovane acrobata a scoprire la verità su sé stessa, sul legame che ha con Atlantide e con il capitano Nemo.

 

 

 

Una lunga gestazione

L’opera ha avuto una lunga gestazione e si basa su un’idea di Hayao Miyazaki.

Come spesso accade la realizzazione ha avuto una lunga gestazione. L’idea originale della storia è di Hayao Miyazaki, il quale nel 1979 venne incaricato dalla Toho di sviluppare soggetti da poter far divenire serie televisive. Tra le idee partorite dal giovane artista vi era Il giro del mondo sotto ai mari, la cui storia era ispirata ai romanzi di Jules Verne Due anni di vacanzeVentimila leghe sotto i mariCinque settimane in pallone e L’isola misteriosa.

La storia vedeva i due protagonisti inseguiti dai loro nemici imbattersi nel Nautilus e nel capitano Nemo ed intraprendere insieme a loro un viaggio intorno al mondo. La serie non venne prodotta, ma Toho decise ugualmente di manette i diritti, Miyazaki dal canto suo riutilizzò alcune idee per due suoi progetti futuri: Conan il ragazzo del futuro e Laputa – Castello nel cielo.

 

Il mistero della pietra azzurra

 

A distanza di un decennio la casa di produzione decise di riprendere in mano il progetto ed affidò all’emergente studio Gainax, in collaborazione con il Group TAC, la realizzazione di una serie da trasmettere sul canale NHK. Hiroaki Inoue, Yoshiyuki Sadamoto e Mahiro Maeda iniziarono così a lavorare alla storia, al character design e agli storyboard basandosi sulle idee di Miyazaki. La regia dell’ambizioso progetto venne affidata al giovane Hideaki Anno, che aveva da poco terminato Punta al Top! GunBuster, sua prima opera da regista.

Visto il grande successo di pubblico le puntate vennero aumentate in corso d’opera.

Nelle mani di Anno quello che sembrava un progetto troppo simile agli anime di Miyazaki e senza cuore si trasformò in un grande successo di pubblico. Un successo tale che gli episodi vennero aumentati da 30 a 39 in corso d’opera. Una decisione che costrinse la Gainax a subappaltare la realizzazione degli episodi dal 23 al 34 e di affidare la regia a Shinji Higuchi, così da permettere ad Anno si concentrarsi sul finale. Una decisione che portò ad un abbassamento qualitativo di regia ed animazione e che fece storcere non poco il naso ai fan. Lo stesso Anno ha dichiarato che se potesse cancellerebbe l’intero arco narrativo, salvando solo l’episodio 31, quello in cui Nadia è al bordo del Red Noah e scopre la verità su di sé.

 

 

 

L’inadeguatezza dell’essere umano

La serie fu il secondo grande successo per Hideaki Anno, il quale riverserà nella serie alcuni dei temi della sua poetica che saranno maggiormente delineati in Neon Genesis Evangelion. Il mistero della pietra azzurra ha il suo punto di forza nella sceneggiatura, mettendo in evidenza non solo il modo differente in cui ragazzi ed adulti vedono il mondo, ma anche l’inadeguatezza dell’essere umano. Tramite i suoi personaggi il regista ci mostra il romanticismo, la vitalità e la gioia con i cui i giovani affrontano la vita e la conicità e la freddezza degli adulti ormai disillusi.

Punto di forza della serie è la sceneggiatura, che mette in evidenza l’inadeguatezza dell’essere umano

La serie è un’avventura in giro per il mondo che mostra la crescita dei suoi personaggi, che si troveranno a dover affrontare pericoli più grandi di loro e a superare le loro paure. Nadia è il precursore e la sintesi di Shinji e Asuka, sia caratterialmente che graficamente. Le paure, i timori, la chiusura nei confronti del prossimo sono le stesse ma l’acrobata riesce ad affrontare le avversità in maniera più costruttiva e ad avere quindi un atteggiamento più propositivo.

 

Il mistero della pietra azzurra

 

Merito del successo della serie lo si deve anche alla buona caratterizzazione dello spietato villain. Argo è un uomo senza scrupoli, pronto a tutto pur di raggiungere il suo scopo, non a caso non ci pensa due volte ad eliminare chi lo delude o i suoi nemici. Un uomo che comanda col pugno di ferro e si crede dio, il cui volto non ci viene mai svelato perché in fondo il male non ne ha uno. Sempre impettito, indossa una maschera inespressiva con sopra l’occhio onniveggente, sarà annientato dalla sua stessa arroganza.

Non mancano i riferimenti all’animazione sci-fi e mecha degli anni ’70 e ’80

Inoltre non mancano riferimenti all’animazione giapponese sci-fi e mecha degli anni ’70 e ’80 con chiari richiami ai prodotti che lo hanno preceduto. Il trio composto da Rebecca, Hanson e Sansone è un chiaro omaggio al Trio Drombo di Yattaman, così come il capitano Nemo ricorda esteticamente Bruno J. Global, il comandante dell’SDF-1 in Robotech e caratterialmente Capitan Harlock.

 

 

 

Steampunk e destino

Il mistero della pietra azzurra è un vero e proprio romanzo di formazione dalle marcate caratteristiche steampunk. Nella serie infatti molti sono gli anacronismi presenti ed è ben presente il contrasto tecnologia-natura, che nei due protagonisti i loro rappresentanti. Jean vede nella tecnologia il mezzo per risolvere i mali che affliggono il mondo e riesce a vederne – inizialmente – solo i pregi, è un vero e proprio positivista, Nadia al contrario crede che l’uomo debba tornare a riconnettersi con la natura. Non a caso è vegetariana e riesce a comunicare con gli animali.

Il mistero della pietra azzurra è un vero e proprio romanzo di formazione dalle marcate caratteristiche steampunk

Una questione di non semplice risoluzione la cui verità sta probabilmente nel mezzo e di cui i due personaggi sperimenteranno sulla loro pelle i limiti e gli aspetti negativi. Jean capirà la pericolosità della tecnologia e Nadia che vivere in modo naturale senza gli adeguati strumenti è impossibile.

 

 

La storia è basata sugli opposti

Una storia basata sugli opposti e il loro inevitabile scontro e che ha nei personaggi presenti i loro rappresentanti. Una vicenda che mostra come un aspetto non prevalga mai definitivamente sull’altro. Se Nadia e Jean sono l’antitesi di natura e scienza e uomo e donna, Hanson e Sansone sono i rappresentanti di forza bruta ed intelligenza, così come Argo e Nemo di divino e umanità. Proprio l’umanità è uno dei temi portanti dell’opera, mostrando come non sempre è insita negli esseri umani.

Tra i temi presenti da evidenziare anche quello dell’ineluttabilità del destino. Con il progredire della storia Nadia sarà sempre più consapevole delle sue origini e del suo ruolo, il quale in un primo momento rifiuterà sbarazzandosi anche della pietra per ben due volte. Ma alla fine capirà che non ha altra scelta che accettare il suo retaggio e il suo ruolo, riuscendo così ad avere il pieno controllo della pietra e della sua vita.

 

 

 

Edizione italiana e sequel

La prima messa in onda italiana avviene su Italia 1 nel 1991

La prima messa in onda italiana de Il mistero della pietra azzurra avviene su Italia 1 dal 1º luglio al 20 settembre 1991 e come è sempre accaduto con gli anime subirà delle censure. Le maggiori riguardano l’eliminazione di scene con il sangue, scene in cui i personaggi femminili sono in déshabillé e il riferimento agli Atlantidei come dei. Inoltre l’intero episodio 34 La mia adorata Nadia non venne trasmesso. Solo nell’estate del 2020 la serie è stata trasmessa completamente reintegrando parte dei tagli. Nel 2003 Yamato Video  ha pubblicato una versione senza censure, con un nuovo adattamento e con i nomi dei personaggi originali.

Visto il successo dell’anime nell’estate del 1991 arriva il film sequel Nadia e il mistero di Fuzzy (ふしぎの海のナディア – 劇場用オリジナル版 Fushigi no umi no Nadia – Gekijō yō orijinaru ban, lett. “Nadia dei mari delle meraviglie – Edizione originale cinematografica”). Ambientata nel 1892, quindi tre anni dopo la serie originale, la storia vede Jean e Nadia tornare a collaborare con Rebecca, Hanson e Sansone per il risolvere il mistero che si cela dietro la trasformazione in polvere di alcuni uomini politici.

 

Il mistero della pietra azzurra

 

Visto il successo nel 1991 arriva il film sequel, non propriamente esaltante

Per la realizzazione del film diretto da Sho Aono venne ripresa l’idea – poi scartata – della prima bozza dell’epilogo che vedeva Nadia diventare una giornalista del The New York Times. Un film tutt’altro che all’altezza della serie a causa di animazione, disegni e una storia non proprio esaltanti.

Inoltre nell’edizione giapponese tra gli extra si trova Fushigi no umi no Nadia – Omake, una serie di 10 brevi OAV che mostrano retroscena o puntualizzazioni su alcuni episodi, a volte con i personaggi in versione super deformed. Purtroppo sono inediti al di fuori del Giappone.

Il mistero della pietra azzurra è imprenscindibile per gli amanti dell’animazione giapponese

Nonostante la presenza di episodi di una qualità oggettivamente inferiore al resto della serie e ad un film sequel piuttosto dimenticabile, Il mistero della pietra azzurra è innegabilmente una serie che ha un fascino che riesce ad ammaliare ancora oggi a distanza di 30 anni. Grazie ad una storia avvincente e a personaggi a tutto tondo, la storia di Nadia è un’avventura piena di pathos, misteri, tecnologia perduta, rimorsi e divertimento. Imprenscindibile per gli amanti dell’animazione giapponese.

 

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