Secondo un nuovo studio recentemente pubblicato, le persone che contraggono nuovamente il coronavirus presenterebbero dei sintomi da COVID-19 più severi rispetto alla prima infezione.

Lo studio, pubblicato sulla celebre rivista scientifica Lancet, parlerebbe del primo caso di reinfezione da COVID-19 negli Stati Uniti, una delle nazioni (drammaticamente) più colpite dalla pandemia, indicando come l’esposizione al virus potrebbe in alcuni casi non garantire un’immunità futura della memoria.

Si tratterebbe in questo caso di un paziente di 25 anni del Nevada, infettato con due varianti di SARS-CoV-2 nel giro di 48 giorni o poco meno. La seconda infezione, stando a quanto riferito, sarebbe stata addirittura più severa della prima, con la necessità di ricoverare il paziente stesso in terapia intensiva con ventilazione meccanica.

Al momento lo studio indicherebbe altri 4 casi in condizioni analoghe confermati a livello mondiale, con pazienti rispettivamente in Belgio, Nuova Zelanda, Hong Kong e Ecuador.

La prospettiva della gravità di una reinfezione da COVID-19 potrebbe portare a serie problematiche in tutto il mondo: non ci resta a questo punto che attendere ulteriori aggiornamenti in merito, confidando al più presto in un vaccino e in una risposta anticorpale efficace e duratura da parte del nostro sistema immunitario.