Su Twitter sono comparsi tutta una serie di troll che stanno polarizzando le opinioni politiche, così da manipolare le prossime elezioni USA.
Un’indagine appena pubblicata suggerisce che i social media statunitensi siano colpiti da ingerenze straniere atte a esacerbare le divisioni politiche e a fomentare la sfiducia nei confronti della democrazia americana.
Seppure non ci siano prove utili per indicare con certezza la provenienza degli attacchi, i ricercatori sottolineano come il modus operandi ricalchi pedissequamente le strategie applicate dalla Russia durante le elezioni del 2016, quelle vinte da Donald Trump.
I social media hanno reso per gli agenti stranieri più economico e facile montare attacchi crescentemente sofisticati alla nostra democrazia e al nostro discorso politico. Molti americani sono immersi in dibattiti online che sono stati forgiati artificialmente e che forniscono loro un’immagine falsa e distorta del mondo,
ha riferito William Marcellino, autore principale della ricerca e scienziato sociale e comportamentista della RAND, un gruppo nonprofit e apartitico.
I software RAND hanno analizzato i dati di 2.2 milioni di tweet pubblicati da 630.391 account nell’arco che va dal primo gennaio al sei maggio 2020. La maggior parte dei troll sta cercando di flettere le elezioni a favore di Donald Trump, promulgando le teorie complottiste di QAnon e sostenendo i contenuti dell’alt-right.
I ricercatori chiedono ai social di abbracciare nuove tecnologie utili a identificare questi sforzi d’interferenza, ma anche che i media rappresentino adeguatamente questi tentativi di intrusione politica, così che i cittadini siano consapevoli di quanto sta accadendo.
Rendere pubbliche via TV, internet o radio le specifiche dei target di riferimento di queste manipolazioni, nonché le metodologie che vengono utilizzate per promuoverle, potrebbero infatti aiutare ad attenuare i loro effetti nefasti.
La ricerca è stata finanziata dall’Ufficio dei Servizi d’Emergenza del Governo californiano.
Potrebbe anche interessarti: