John McAfee, controverso imprenditore e fondatore dell’omonimo antivirus, è stato fermato in Spagna con l’accusa di evasione fiscale e frode. Verrà estradato negli Stati Uniti.

Non finiscono i guai per John McAfee, 74 anni, con alle spalle una vita travagliata —per usare un eufemismo—, tra abuso di droga, un’accusa di omicidio (con conseguente periodo di latitanza in sud america) e una candidatura alla Presidenza degli Stati Uniti d’America.

John McAfee è stato fermato Spagna, sulla sua testa pende un’accusa per evasione fiscale e frode da parte della SEC, l’Authority che, tra le varie cose, si occupa di sorvegliare le operazioni di borsa. Al centro dell’accusa le criptovalute che John McAfee avrebbe promosso su Twitter nel corso degli anni. Sono 7 in totale.

 

 

John McAfee, sostiene la SEC, avrebbe fatto pubblicità a sette diverse criptovalute attraverso dichiarazioni «materialmente false e fuorivianti». Secondo la Securities and Exchange Commission, John McAfee sarebbe stato pagato per promuovere le alt-coin, salvo mentire, davanti ai follower e alle autorità, sostenendo di non aver percepito alcun compenso.

A questo si aggiungono le accuse di evasione fiscale: McAfee tra il 2016 e il 2018 non avrebbe presentato una sola dichiarazione dei redditi. Avrebbe dunque omesso di dichiarare 21,3 milioni di dollari, ottenuti non solo attraverso la pubblicità delle criptovalute, ma anche cedendo i diritti per un documentario e attraverso la sua attività di consulenza e di public speaker.

Negli USA rischia fino a 30 anni di carcere, ma la SEC vuole anche che a McAfee venga preclusa a vita la possibilità di occupare incarichi dirigenziali all’interno di aziende quotate in borsa.

 

 

«No, l’evasione fiscale involve la dissimulazione delle proprie entrate. Non l’ho mai fatto, mi rifiuto semplicemente di pagare [le tasse]», aveva detto McAfee con tweet dello scorso 29 febbraio. Di certo non lo si può accusare di non essere coerente con ciò che predica.