Le tarantole solitamente sono marroni o nere, ma non sempre: a volte infatti questi grandi ragni possono presentare altre colorazioni più vivaci e accese.
Nonostante siano degli animali fondamentalmente notturni, le tarantole riservano delle potenziali sorprese. A volte, questi animali possono presentarsi nelle colorazioni blu cobalto (come nel caso dell’Hapolpelma lividum), verdi, viola o perfino rosso. Ma a cosa servirebbero effettivamente queste sgargianti colorazioni?
È stato quindi condotto uno studio in merito, pubblicato sulla Royal Society Publishing, in cui i ricercatori provenienti dallo Yale-NUS College e dalla Carnegie Mellon University, secondo il quale queste “sgargianti” colorazioni servirebbero ad attrarre e comunicare con gli individui appartenenti alla stessa specie, oltre che nella scelta del compagno.
All’interno di questo nuovo studio, il team di ricerca ha analizzato ben 37 generi diversi di tarantola provenienti da tutti gli angoli del mondo, misurando lo spettro dei colori e notando dei tratti comportamentali comuni.
Gli stessi scienziati, analizzando le tarantole in questione, hanno altresì notato livelli elevati di opsine, vale a dire i fotopigmenti che permettono la visione diurna: ciò starebbe a significare che le tarantole sono in grado di discriminare i colori, al contrario di quanto si pensava fino a poco tempo fa.
Tra le altre cose, gli scienziati dello studio avrebbero tracciato gli antenati delle tarantole risalenti a 110 milioni di anni fa, arrivando alla conclusione che fossero verosimilmente blu anche al tempo.