Per il CEO di Netlix, Reed Hastings, c’è un motivo preciso per cui ha senso garantire agli sviluppatori più talentuosi stipendi stellari. C’entra una teoria che viene chiamata “il principio della Rockstar”.

Reed Hastings ha parlato del principio della rock-star su un editoriale pubblicato sul sito della Cnbc. Hastings ha spiegato che una delle cose che ha realizzato velocemente, nella fase di lancio della compagnia, è che Netflix avrebbe raggiunto il successo solo alla condizione di puntare su un’alta “densità di talenti”.

Netflix non aveva semplicemente bisogno di una schiera di buoni programmatori e creativi, aveva bisogno dei migliori sulla piazza. «Ovviamente molti di loro avevano Facebook, Google e Apple nel loro curriculum», ha detto. Tutte aziende che strapagano i loro dipendenti. Per convincere i migliori a lavorare per Netflix non bastava la promessa di un futuro solido, all’epoca nessuno aveva nemmeno mai sentito parlare della sua azienda.

Nel 2003 non avevamo i fondi necessari per rubare [i programmatori migliori] alla concorrenza in numeri significativi, ma essendo io stesso un ingegnere, ero a conoscenza di un concetto noto sin dal 1968 al quale spesso ci si riferisce con il nome del Principio della Rock-star

Hasting cita una ricerca svolta nel seminterrato di un edificio di Santa Monica, dove a nove diversi sviluppatori, con esperienze e capacità di diverso livello, era stato chiesto di svolgere dei compiti di programmazione e debugging piuttosto standard. Prima dell’esperimento i ricercatori avevano stimato che il programmatore più bravo avrebbe superato i suoi colleghi, per rapidità e qualità dell’esecuzione, di massimo due o tre ordini di grandezza.

Si sbagliavano: il ricercatore a cui era stato attribuito il punteggio più alto al termine dell’esperimento si era dimostrato 20 volte più veloce dei suoi colleghi nel coding e ben 25 volte più rapido nel debugging. Una distanza abissale.

Hasting ha spiegato che questo “principio” è tutt’ora oggetto di grande dibattito e non tutti sono d’accordo con le sue implicazioni.

Nel corso degli anni, ho imparato che i programmatori migliori non aggiungono un valore di dieci volte superiore quello dei loro colleghi, ma almeno di 100 volte.

Non è l’unico fan di questa teoria: lo stesso Bill Gates, citato sempre da Hasting nel suo editoriale, una volta disse che il codice di un programmatore eccellente vale 10.000 volte il prezzo di quello di un programmatore della media. Vale la pena di sottolineare che né Gates né Hasting parlano di buoni e cattivi programmatori. Dire nella media implica di per sé essere un buon programmatore. La differenza sta, dunque, in quei pochi geni capaci di raggiungere un livello di bravura quasi inumano. Per definizione le persone di questo tipo non sono molte, anzi, sono la minoranza.

Il CEO di Netflix sostiene che questo principio valga esclusivamente per i lavori che richiedano una qualche forma di creatività. Per i ruoli che lui definisce ‘operativi’ la storia è diversa:

Diciamo che devi assumere una persona al banco di una gelateria. Una persona molto brava, il migliore, probabilmente sarà in grado di servire i coni 2.5 volte più velocemente dei colleghi, ma esiste comunque un tetto massimo. Non abbiamo molti ruoli del genere in Netflix. Per un ruolo del genere puoi pagare uno stipendio nella media e la tua azienda andrà comunque alla grande.

Da qui una filosofia che Netflix applica fin dalla sua fondazione: se hai il budget per assumere 12 persone per un ruolo creativo, usare quei soldi per assumerne solo uno di estremo talento e dargli uno stipendio da nababbo è in linea di massima un investimento più intelligente e redditizio. «Un bravo pubblicitario da solo ha la capacità di creare uno stunt in grado di portati decine di milioni di clienti».  Giusto o sbagliato che sia, i frutti della strategia di Netflix li conosciamo tutti e sono davanti ai nostri occhi.

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