Nasce la Coalition for App Fairness: da Spotify ad Epic Games passando per altri big del business delle app. Tutti contro il modello Apple e l’App Store. Le richieste della coalizione sono tre.
Tutti contro Apple e il suo App Store. Da Spotify a Match, passando ovviamente per Epic Games: nasce la Coalition for App Fairness.
Epic Games non è l’unica azienda ad aver sfidato apertamente le policy dell’App Store, anzi. Sempre più aziende stanno creando terra bruciata attorno a Cupertino, minacciando azioni legali e facendo lobby nei confronti dei regolatori per stritolare l’impero della mela.
Ad oggi le aziende che hanno denunciato apertamente il presunto abuso di posizione di dominante di Apple hanno sempre agito individualmente. Il caso più eclatante —perché rocambolesco, perché oggetto di una lite che sta infuocando le corti americane in queste settimane e perché accompagnato da un incredibile operazione di marketing premeditata nel tempo— è ovviamente quello di Epic Games, che ha portato all’esclusione dell’ultra-popolare Fortnite dall’App Store.
Ancora prima i mal di pancia erano arrivati da Spotify, che in questo momento ha una lite con Apple davanti all’Antitrust europeo.
Ora la Coalition for App Fairness vuole creare uno sforzo coordinato, prendendo sotto la propria ala protettrice anche i piccoli sviluppatori che, per forza di cose, non hanno le risorse per portare avanti battaglie come quelle appena menzionate.
Oltre a Spotify, Epic Games e Match, fanno parte della neonata coalizione anche Basecamp, Tile, Blix e Deezer.
Tre le battaglie principali, i pilastri del modello Apple che sperano di scardinare:
- La commissione per le micro-transazioni e gli acquisti via Apple Payment fissate al 30%.
- L’assenza di alternative all’App Store all’interno dell’ecosistema iOS.
- L’abuso del monopolio dell’App Store da parte di Apple per spingere i suoi servizi al danno della concorrenza.
Il gruppo di aziende ha elaborato un codice di condotta che intende sottoporre ad Apple e alle altre aziende come Google.