Voci di corridoio suggeriscono che il governo USA abbia inviato lettere tutte le aziende videoludiche collegate alla cinese Tencent.
La testata giornalistica d’economia Bloomberg riporta che la Commissione per gli Investimenti Esteri statunitense stia iniziando a questionare ditte quali Riot Games, Epic Games e Activision Blizard sul come vengano trattati i dati dei cittadini americani.
Tutte ditte che sono in tutto o in parte proprietà di Tencent, la più grande azienda di video giochi esistente. Dopo aver costruito il suo successo con il mobile gaming, Tencent ha infatti ampliato la sua sfera d’influenza, acquistando il 40 per cento delle azioni di Epic, il 100 per cento di quelle di Riot e una quota minoritaria di Activision.
Che la situazione avrebbe prima o poi preso questa piega era chiaro da tempo – su Lega Nerd l’avevamo preannunciata già il 7 agosto -, ma i tentativi del presidente statunitense Donald Trump di minare il mercato internazionale non smettono di lasciare stupefatti.
Nello specifico, quest’ultima trovata sembrerebbe nascere come evoluzione dell’attacco sferrato negli ultimi mesi a TikTok e a Wechat, a loro volta “discendenti” di quanto subito in precedenza da Huawei.
Solo un anno fa, Stati Uniti e Cina si apprestavano a firmare tutta una serie di nuovi accordi commerciali, felici di appianare le molte divergenze in favore dei reciproci interessi economici.
L’avvento della pandemia ha però stravolto tutti gli equilibri. Donald Trump sperava che gli Stati Uniti si salvassero dal virus Sars-CoV-2 o, perlomeno, confidava che la macchina industriale americana potesse continuare a produrre come se nulla fosse. Così non è stato.
Il Governo USA ha quindi eletto Pechino a capro espiatorio, iniziando a sanzionare con convinzione tutte le aziende private di origine cinese che gli sono capitate sotto mano.
Asserendo ai pericoli dello spionaggio cinese, Trump sta ora obbligando ByteDance a svendere il suo TikTok alle ditte statunitensi, mentre prima ancora aveva già estromesso Huawei dalle gare per le forniture pubbliche.
Stando a un ordine esecutivo emesso questo venerdì, da domenica WeChat non sarà più operativo sul suolo statunitense, mentre TikTok potrà essere utilizzato fino al 12 novembre, ma non riceverà ulteriori aggiornamenti.
Ora che questi due capitoli sono conclusi, dunque, è normale che gli USA stiano muovendo l’attenzione su altri frangenti e il ramo videoludico di Tencent non può che essere la preda perfetta.
Se le ingerenze di Trump sul mercato libero si dovessero dimostrare vincenti, infatti, Tencent potrebbe essere a sua volta forzata a rinunciare per pochi spicci al capitale che vanta su suolo statunitense, un capitale che Bloomberg stima in 22 miliardi di dollari.
La Cina esorta gli Stati Uniti a smettere con le prepotenze, a cessare le sue azioni ingiuste e a mantenere seriamente regole e ordini internazionali giusti e trasparenti. […]
Se gli Stati Uniti insistono sul mantenere questa condotta, la Cina prenderà le misure necessarie per salvaguardare con risolutezza i diritti legittimi e gli interessi delle aziende cinesi,
ha commentato il Ministero del Commercio cinese in relazione alle ultime evoluzioni.
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